(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Con la scadenza di fine settimana ormai alle porte, dovrebbe ormai essere il tempo delle decisioni, in casa Fortitudo. Vero che la questione del divorzio con Caja, ormai risolta, è stata un qualcosa di imprevisto, se non altro con questi toni. Ma la panchina deve essere occupata il prima possibile, per non andare a dilapidare del tutto quel tesoretto di giorni che, nelle ultime due estati, in Effe latitava. E la firma dell'allenatore, oggi, diventa tanto indispensabile quanto urgente.

L'impressione è che tra i due contendenti storici, ovvero Parente e Cagnardi, il primo possa essere avvantaggiato. Ma è anche vero che il nome di Alessandro Rossi, apprezzato e non da poco, rimane una delle possibilità plausibili, anche se vincolata a questioni umane di non secondaria importanza. Rossi è legato a Rieti da contratto, ma la situazione di salute del presidente Pietropaoli potrebbe costringere la compagine laziale ad un ridimensionamento. In Fortitudo si guarda la cosa con molta delicatezza, e una richiesta di poter contattare l'agenzia del giocatore è stata fatta, considerando soprattutto l'amicizia di frequente dimostrata tra lo stesso Pietropaoli e Tedeschi. Questione di tatto e di stile, come prima cosa. E' anche vero che coach Rossi in passato ha già dimostrato il suo attaccamento alla società, e che reali prove di smantellamento non ce ne sono, anzi. E forse, umanamente parlando, un no grazie in questo senso potrebbe anche essere accettato con il sorriso, in casa Fortitudo. 

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