Fortitudo Kontatto-Princeton University 87-93 dts (16-15, 43-33; 64-43, 77-77)

Fortitudo: Mancinelli 9, Candi 3, Ruzzier 3, Campogrande 2, Montano 17, Gandini 5, Raucci 8, Roberts 20, Knox 16, Italiano 4. All.: Boniciolli

La Fortitudo bagna la prima uscita ufficiale con una cocente sconfitta davanti a circa 2000 persone dopo un tempo supplementare, arrivato dopo aver dilapidato un bottino di venti punti. 45 minuti per soccombere alla dura legge del Basket College e dei Buzzer Beaters (tripla a fil di sirena per il 77 pari) questa volta ad opera di Princeton University, in tour in Italia per prepararsi alla stagione di College Basket. Una squadra estremamente giovane per coach Mitch Henderson, con solo un paio di Senior in roster e tantissimi ragazzi di fine anni '90 da preparare al meglio per il "gran ballo".
Per la Fortitudo nel quintetto iniziale c'è solo un americano, Knox, ed è anche quello che fa più danni, per Princeton, almeno in avvio di amichevole. Le prime indicazioni di Boniciolli, infatti, sono quelle di servire spesso palla dentro, un aspetto che sicuramente si rivedrà quando in palio ci saranno i due punti. Poi tante rotazioni per entrambe le squadre, un po' per provare alchimie nuove, vuoi anche perché le gambe oggi sono quel che sono ed è meglio giocare tutti il giusto. Dopo Knox i primi volti nuovi Matteo li mette dentro al giro di boa di primo quarto. Scontata l'ovazione per Mancinelli, le maggiori curiosità erano però riservate per Ruzzier, Roberts e Gandini. Beh, il play ex Venezia ha fatto vedere quello che poi cercava la Fortitudo: fosforo, letture e tanta energia. Gandini, c'è da crederci, diventerà presto un idolo per la Fossa dei Leoni, perché gli attributi sono enormi e la voglia di sbucciarsi i gomiti non manca di certo. Se a questo ci aggiungiamo che può portare anche un obolo in fatto di punti, allora il gioco è fatto. Roberts ha dimostrato ancora una volta, se ce n'era bisogno dopo l'annata a Siena, che ha punti nelle mani ma che può essere anche un più che discreto difensore sulla palla e che non lesina energie nella metà campo difensiva, e che ha ben chiaro che con Boniciolli prima si recupera la palla e poi si pensa a fare canestro. Ossa rotte, invece, per Leo Candi che ha sofferto oltremisura la fisicità di Princeton e se in avvio si era visto poco, sul finire di gara ha speso pure un paio di falli di frustrazione dopo banali palle perse. C'è tempo e Matteo lo sa, di certo c'è una Fortitudo lunga e coperta in tutti i ruoli e questo è già un successo.

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PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE