In tempi di Almanacco del giorno dopo, oggi, 30 aprile 1989, è stata l'ultima partita ufficiale di Artis Gilmore. Mito NBA. Che quella sua ultima partita la giocò in maglia Fortitudo.

Era una Fortitudo con leggere ambizioni, quella che era appena uscita dal derby sorpasso e dall'ottima prova nei quarti di finale contro Cantù. E c'era la voglia, da parte della dirigenza, di rafforzarsi in modo tale da evitare gli ascensori delle annate precedenti, quando mai la A1 era stata conservata dopo la promozione. Si conservò il nucleo degli italiani (Zatti-Bucci-Albertazzi-Dallamora), aggiungendo il rientrante Pellacani e andando a bussare al mercato degli stranieri, dopo aver rilasciato Bill Garnett e - più a malincuore - Wallace Bryant, andato ad incassar milioni in Ispania. Si cercò Pat Cummings, poi una serie di circostanze fortunate portarono l'allora GM Giancarlo Sarti ad avere l'ok di Artis Gilmore. Oltre 1300 presenze tra ABA e NBA, 18 punti di media in carriera, 11 volte all'All Star Game e, insomma, ci siamo capiti. Se non il più titolato americano mai arrivato in Italia, poco ci mancava.

Artis aveva 39 anni, ma fu un colpo mediatico non da poco: se ne fecero magliette, le Artis For Arimo, e lui entrò in squadra con una umiltà non certo scontata, per chi era stato visto, dagli altri, solo in televisione. Quella Arimo iniziò a fatica, un po' per l'assenza nelle prime giornate di George Bucci e un po' per varie difficoltà: l'adattamento di Gilmore ad un basket più arrembante, e i problemi fisici di Gene Banks, l'altro americano. Amico di Artis, anche lui con discreto pedigree NBA, ma azzoppato: dopo lunghe trattative (e il pianto di Banks, integratissimo nell'ambiente) si andò di taglio. Gilmore brontolò ma rispose con professionalità, e il nuovo arrivato, Vincent Askew, contribuì al cambio di marcia di quella Fortitudo. Che nel girone di ritorno risalì la classifica e si prese la soddisfazione del famoso Grande Freddo derbystico.

Artis? Artis mostrava robe di una eleganza mai vista: il gancio, la posizione difensiva, il semplice alzar di sopracciglia a spaventare gli squilibrati che provavano ad attaccarlo. Cifre forse non da centro dell'epoca, quando il 20+10 era quasi il minimo sindacale richiesto ad un centro: 12+11, il 61% al tiro, ma vai a dirgli qualcosa. Soprattutto, con il miglior equilibrio raggiunto con la presenza di Askew, la squadra non ebbe bisogno di chiedergli bottini: un 25 massimo proprio nella prima partita senza Banks, poi tante singole cifre accettate perchè Artis non era proprio criticabile.

La parabola di quella squadra, che rimase un rimpianto per coach Di Vincenzo ("Avrei dovuto trasmettere maggiormente la mentalità vincente, perchè potevamo davvero provare a lottare per lo scudetto", disse poi), si interruppe nei quarti di finale, contro la Livorno che poi avrebbe sbattuto fuori la Virtus e chiudere la stagione ad un frame dal tricolore. A battere Gilmore fu, di fatto, il nuovo che avanzava. Quella Livorno, infatti, con Alberto Bucci in panchina, era stata costretta a tagliare Joe Binion (infortunatosi dopo aver distrutto un vetro a seguito di una sconfitta) ed inserire il Boscaiolo David Wood: tutt'altra qualità, ma anche una posizione sul campo più perimetrale e quindi anomala sia per chi attaccava che per chi, soprattutto, difendeva. Gilmore ci provò anche ad inseguirlo lontano dall'area, ma questa rimase poi sguarnita, permettendo ai Tonut e ai Forti di assaltare il fortino indifeso. Terminò 68-77, 0-2 nella serie, e fine di tante favole. Quella del sogno Fortitudo di fare il salto di qualità, dato che i denari iniziarono a mancare con l'anno dopo a sopportare la mala indole di Formaggione Feitl e soci. E fine della carriera di Artis, che salutò piangendo, lasciando regali (al doc Quadrelli offrì una sua scarpa. "La uso come fioriera, avrebbe detto il dottore) e ricordando sempre con emozione questa esperienza.

Gilmore è entrato nella Hall of Fame nell'aprile 2011. Oggi, 31 anni fa, in maglia Fortitudo, la sua ultima partita.

http://web.legabasket.it/game/53258/

Questo il video che "Il Fortitudo" gli dedicò un po' di tempo fa, con tanto di saluto a Bologna.


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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92