BONICIOLLI: CI ASPETTA UNA GARA DIFFICILE, DOBBIAMO STARE CONNESSI. ABBIAMO GRANDI POTENZIALITA', ESPRESSE A INTERMITTENZA
Le parole di coach Matteo Boniciolli prima di gara3 tra Fortitudo e Agrigento.
La mia analisi in fredde cifre delle prime due gare. In gara1 Agrigento tira 11/21 da tre, con Piazza che fa 0/6. In gara2 fa 2/19. In gara1 fanno 5 palle perse, in gara2 16. In gara1 noi prendiamo 23 rimbalzi, in gara2 32. Questi dati riassumono le due partite e la nostra stagione. Quando ci siamo connessi abbiamo giocato una pallacanestro molto importante, altrimenti abbiamo fatto una fatica bestia.
Sono genitore, e ho due figli cresciuti nello stesso ambiente e con gli stessi precetti educativi. A fronte degli stessi insegnamenti io ho un figlio grande che ha sempre fatto il massimo delle due possibilità, quello più piccolo invece è il classico che "ha grandi qualità, se si impegnassi un po' di più..." La domanda è sempre come accendere questa scintilla, e se dipende da noi. In gara1 mi sono occupato zero dell'aspetto motivazionale, non volevo offendere l'intelligenza dei miei giocatori, anche perchè di motivazioni ce n'erano già, tra il loro desiderio di rivincita dopo l'anno scorso e le infelici dichiarazioni del nostro sponsor - di cui poi ha chiesto scusa ed è una cosa da apprezzare.
A questo punto l'augurio è che la squadra sia consapevole di come si possono vincere e perdere partite contro la stessa squadra in 48 ore. Il che poi non ci garantisce nulla, perchè Agrigento per accoppiamenti difensivi ed esperienza dei suoi giocatori può fare davvero una partita combattuta.
Diciamo che affrontandola con l'atteggiamento visto in gara2 sono molto più convinto di poter fare una buona partita.
Ci sono aspetti positivi: un giocatore come Alex Legion, dopo un viaggio di ritorno complesso, ha chiamato Di Poce in foresteria e ha fatto 500 tiri da solo.
Ci aspetta una partita difficile, mi auguro che la squadra la affronterà con lo stesso spirito di gara2.
Hai parlato con Raucci e Italiano? Certo, con Italiano ci siamo abbracciati a fine partite. Cosa avrei dovuto dire a Marchetti che era fuori dai 12? Quando si sta in squadre con rose lunghe le regole e i patti sono chiari. Nessuno può lamentarsi. Raucci e Italiano sanno che tra giocare 15' e perdere e stare seduti e vincere è meglio vedere la squadra vincere. Io so e loro sanno che domani o in altre partite, quando ci saranno esigenze diverse di natura tattica, giocheranno più o meno.
Siamo organizzati così, lo sanno dall'inizio. Non c'è nessun caso.
Campogrande in quintetto? Ha fatto un grandissimo lavoro su Evangelisti. Non dico nulla di rivoluzionario dicendo che quando partiamo con Raucci il suo difensore sta tre metri dentro l'area, contro Campogrande non se lo possono permettere.
Tra segnare 77 e prenderne 100 e segnarne 57 e prenderne 51 preferisco sempre la seconda, anche perchè la squadra è stata pensata così.
Nello spogliatoio entro due volte l'anno. Sono invasivo nella quotidianità lavorativa. Nello spogliatoio i giocatori sono liberi di pensare che sono una testa di cazzo.
Fisicamente stiamo benissimo, solo Nazzareno è stato male di stomato e ha vomitato sceso dall'aereo. Ma stamattina hanno lavorato tutti, stiamo benissimo. Sono convinto che la squadra sia pronta per giocare dieci serie di playoff, non quattro.
Dobbiamo stare connessi e fare quello che non abbiamo mai fatto in stagione. Udine, che non fa i playoff, ha fatto sei vittorie consecutive. Noi abbiamo avuto il problema di spegnere la luce fin dalla prima partita di campionato, quando eravamo avanti di 20 contro una discreta università, poi abbiamo perso al supplementare. Abbiamo grandi potenzialità e le esprimiamo a intermittenza, è per questo che sono in sofferenza da inizio anno.
Cosa fa paura di Agrigento? Ho saputo che qualche anno fa un giocatore interessante come De Laurentiis ha rifiutato un contratto da Verona per restare con Franco Ciani. Non sono solo gli schemi, quelli li sanno fare tutti. E' un grande allenatore e una persona per la quale i giocatori giocano.
Il video grazie a Sportpress
(foto di Fabio Pozzati)