Paolo Ronci è stato sentito al telefono da Dario Ronzulli su Radio Bologna Uno.

“Di Anversa ricordo perfettamente il momento che stavamo affrontando, venivamo da alcune sconfitte in campionato che ci diedero la spinta per chiuderci in palestra e ricompattarci. Scattò una molla con il lavoro di Coach Djordjevic che diede un grande senso di sicurezza ad un gruppo di talento che però aveva la tendenza a perdersi nei momenti importanti. Lavorammo molto bene prima del weekend di Anversa e partimmo con grande serenità e convinzione. I giocatori avevano la faccia giusta e c’era voglia, tra di loro, di collaborare e aiutarsi insieme e questo si è visto nelle prestazioni, soprattutto a livello difensivo.”

“Noi ci siamo sempre messi a disposizione delle autorità anche perché non c’era altra possibilità. Ci sono autorità sopra di noi che devono fare un lavoro difficilissimo: ci troviamo di fronte ad una pandemia mondiale che la nostra generazione non ha mai vissuto. Non si può fare altro che rimettersi a quella che è la volontà delle autorità competenti. Abbiamo cercato di dare il nostro contributo in maniera attiva con qualche idea, fermandoci però alle esigenze che attualmente vanno oltre la pallacanestro.”

“Eurocup? Ragionare per ipotesi è molto complicato perché ogni ipotesi fatta è stata puntualmente smentita dopo qualche giorno. Noi ci atteniamo a quello che oggi è scritto: il 24 maggio verrà comunicato se la stagione proseguirà ed eventualmente come. Il nostro compito è quello di farci trovare pronti nel caso ci chiamassero a giocare. Fare delle ipotesi ora è un esercizio di stile fine a se stesso: si era parlato di Vilnius, della Germania, ora si parla di Belgrado. Attendiamo le comunicazioni ufficiale dell’Eurolega. È complicato perché intanto c’è un protocollo da seguire, perché abbiamo di fronte un nemico molto duro, a maggior ragione se parliamo di mettere insieme un gruppo di professionisti all’interno di un luogo chiuso, per allenamenti che non possono essere fatti a 10 metri di distanza se poi si deve giocare. Questo protocollo non è di facile attuazione: prima di tutto bisogna essere in sicurezza da questo punto di vista, poi bisogna richiamare i giocatori, gli stranieri dovranno mettersi in quarantena. Se Euroleague dovesse decidere per ripartire faremo di tutto per essere pronti.”

“I giocatori hanno lavorato dalla prima settimana di agosto con un obiettivo e la stagione ha dato i segnali di una stagione che promette di finire bene. Una squadra in crescita come gioco, un gruppo di persone che stava bene insieme, gente ambiziosa. 18 vinte su 20 in campionato, in Eurocup eravamo lì e i giocatori sentivano la possibilità di conquistare qualcosa di grande. Io ho visto gli allenamenti oltre alle partite: gli allenamenti prima della partita contro il Darussafaka in campo neutro, nonostante fossimo già in una situazione particolare, erano stati di altissimo livello, con una squadra che ha dimostrato uno strapotere fisico e mentale. C’è rammarico ovviamente in primis per i giocatori che durante tutto l’anno ha lavorato. Questi giocatori sono comunque sotto contratto, bisogna essere positivi: questa situazione rimarrà nella loro testa per riprendere da dove hanno lasciato il loro lavoro. Questo gruppo deve avere questa mentalità, aggiungendo un po’ di leadership giusta.”

“Abbiamo 8 giocatori sotto contratto e questo sarà un vantaggio ed un premio alle scelte fatte nella scorsa estate. Sapendo che ci vogliono mesi per creare una squadra, non sempre devi scegliere i 12 migliori ma quelli che stanno meglio tra loro. Sapendo di avere Teodosic con noi abbiamo preso delle decisioni di conseguenza scegliendo altri giocatori. L’idea era quella di averli per tanto tempo insieme e sarà molto importante avere già una base tecnica e umana per la prossima stagione, indipendentemente da quando e come si riprenderà.”

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