Buon che all’inizio si era parlato di banco di prova e non di esame di maturità, per una Fortitudo che esce da Trieste (in una gara con parità infermeristica, no Bowers e no Cinciarini) in condizioni non dissimili da quelle dell’anno scorso. Ovvero, messa in lavatrice e incapace di uscirne fuori: stavolta il problema non è quello di stare minuti e minuti senza segnare, ma quello di non trovare una soluzione che una dietro: i locali aprono il fuoco da fuori, e tutto il resto è nebbia. Prima sconfitta in campionato, quindi, in attesa del ritorno al Paladozza, domenica prossima, e di prendere nota di quello che a nordest non è funzionato.

Si parte con un rollerball dove Bologna, più leggera, segna più di una Trieste fin troppo esagerata nel cercare il corri e tira. 10-3, poi mettendo un po’ di fosforo e meno adrenalina in più sul campo i locali si aggiustano, la Fortitudo perde ritmo, e le cose cambiano. Si gioca troppo sulle individualità, e il vantaggio evapora. Riappare Chillo, ma appare soprattutto Da Ros, ed è 22-19 interno al 10’.

C’è sempre più ormone che non raziocinio, in una partita dove la palla macina tanti chilometri da far perdere la bussola a chi ne volesse seguire il percorso. Si gioca perimetralmente, Cavaliero riemerge dalle ortopedie per tripla di tabella, e l’impressione è quella di una Fortitudo che tenga botta ma su pattini che vanno più veloci di quanto le caviglie non riescano a controllare. Così, dopo bomba di Fultz per il 37 pari, Trieste gioca nel suo habitat per fare 9-0 e provare la sgommata, con 48-39 locale al 20’.

Ci si prova anche, a riportare tutto a ritmi meno frenetici, ma Green rimane un solista inarrestabile, e ad un certo punto pare ci sia una specie di rassegnazione collettiva, davanti ai balzi dell’americano giuliano. Si scollina il decino di scarto, e a giocar di continua rincorsa è normale che si possa perdere il filo. Trieste veleggia 65-48, e Bologna non sa da che parte sbattere la testa. McCamey gioca da solo, Legion disperso, e 71-54 al 30’.

Il divario resta costante, e non c’è la forza per provare anche soltanto a mettere paura a padroni di casa in orgasmo collettivo. Loschi fa ventello, poi si gioca per gestire sia di qua che di là lasciando scorrere il cronometro tra gioie locali e perplessità ospiti e garbage time dove alla fine Trieste fa +25. Ci saranno altre occasioni, chissà.


(foto Fabio Pozzati - Fortitudo Pallacanestro)

HALFTIME: VIRTUS - VENEZIA 47-39
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91