Alla vigilia della gara interna di domani pomeriggio con Trieste (ore 18, canoniche dirette Nettuno e LNP Pass), le parole di Matteo Boniciolli.

“In questa stagione vittorie e sconfitte si sono alternate, e nelle nostre otto sconfitte ci sono state gare in cui abbiamo comunque combattuto e altre dove invece abbiamo fatto male. Trieste è l’unica che ci abbia veramente asfaltato. Lo ha fatto attaccandoci nelle nostre debolezze, specie in termini di playmaking, con un sistema di gioco simile al nostro: dieci in rotazione, ora hanno un americano diverso da Zahariev che potrà essere maggiormente protagonista, tanta gioventù e ambizioni, un veterano importante come Pecile che è un po’ come il nostro Carraretto. Io non so chi andrà in campo domani: prima avevamo una assenza fissa, ora abbiamo una coppia di assenti che cambia di gara in gara. Amoroso l’ho visto un giorno solo, Sorrentino mai: si faranno vedere, ma per un professionista stare una settimana con l’influenza non è semplice. Non so se li faremo giocare, e se lo faranno che tipo di contributo ci potranno dare. Questo ci preoccupa un po’: il primo allenamento di squadra lo abbiamo fatto giovedì, prima abbiamo dovuto lavorare con i giovani perché mancava anche Italiano. E, in uno scontro che sarà un braccio di ferro, potevamo avere due strade: tatticizzare molto la partita, perché Trieste si presta ad essere affrontata con tatticismi, o giocare a viso aperto. Noi abbiamo scelto quest’ultima, perché non è ancora il tempo delle tattiche sopraffine, ovvero perdere tempo per preparare singolarmente le gare. Dobbiamo lavorare sulla crescita dei singoli, e per questo ci siamo preparati come fossimo una squadra giovanile, anche perché era l’unica cosa che potevamo fare. Da Trieste leggo dichiarazioni ambiziose da Dalmasson, amico con cui ho spesso lavorato, e la partita dipenderà da quanto bravi saremo nell’alzare la qualità della nostra prestazione. A Verona abbiamo giocato la partita perfetta, mettendola KO a 3’ dalla fine come successo con Treviso: ecco, Trieste non lo farà. Non sono avanti in classifica perché i primi sette giocatori non hanno la qualità, ad esempio, di Roseto o Mantova, ma sono lunghi, e per questo dovremo essere bravi a capire gli obiettivi in corsa. Bellissima partita, con tanti giovani ambiziosi in un impianto fantastico, spero si esca con una vittoria”

Sentite l’effetto pancia piena? “Non lo tempo. Nello spogliatoio, subito, abbiamo ricordato quante occasioni abbiamo mal utilizzato, pensando che la differenza il classifica la fanno le partite perse contro squadre non di prima fascia. Contro chi ci precede abbiamo vinto o perso di poco, contro chi ci sta dietro abbiamo fatto male, sintomo di quanto dobbiamo ancora crescere come atteggiamento. A fianco alla crescita tecnica, indiscutibile, ci deve essere appunto un miglioramento nell’atteggiamento: ho detto loro, dopo Verona, quanto sia bello vincere, e come le squadre di alto livello non devono accontentarsi delle belle prove, ma devono sentire la dipendenza dalla vittoria. Al punto da far di tutto per non perdere. Questo deve essere il nostro salto di qualità, e la partita di domani sarà importante: viviamo in permanente emergenza da inizio anno, l’abbiamo pagata il giusto. Senza Flowers abbiamo fatto 4-4, senza Rice Verona è andata in difficoltà, ma quelli che hanno tirato la carretta rischiano di pagare il conto. E per questo dobbiamo cercare di scavallare questo momento di stagione, per poi vedere che prospettive si apriranno. Il rischio è di essere pronti a prendere una sberla, e dobbiamo schivarla”

Mancasse Sorrentino? “C’è Campogrande che è pronto. Anche se poi avrei una coppia di play da 19 anni di media. Ci può aiutare Montano, ma lui è più utile altrove, come anche Carraretto e Flowers. Scherzando, potevamo tesserare Lamma: con lui in squadra avremmo avuto punti in più in classifica, ma come gli ho detto la scorsa estate, a me sarebbe convenuto averlo, però per lui è stato meglio finire come ha finito. Ho agito contro il mio interesse, ma è stato meglio farlo finire da protagonista che non da terzo regista. E lui ora sta imparando un mestiere importante, perché nel basket c’è bisogno anche e soprattutto di dirigenti bravi. E lui può diventarlo.”

A fine gara ripenserai all’andata? “Io cerco di guardare avanti, non penso a quello che ho lasciato per strada. Ora dobbiamo provare a battere Trieste, e sarà complicato: noi ora siamo in mezzo ad una turbolenza, tra infortunati e rientrati in corsa. E non poteva capitare squadra peggiore, in questo periodo. Se mai dovessimo avere un giorno la squadra, allenata, al completo, sarebbe un bel vedere”

Tua moglie per chi tiferà? “Non vorrei nutrire la serpe in seno, specie dopo gli sfottò di mio figlio all’andata. Ma lui stavolta non sarà convocato”

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