Finisce 86-72 per la BiPop, e per il Bignami e' una sconfitta che arriva dopo una partita giocata sotto tono, sicuramente. Perche' il -14 finale e il 101-77 nella valutazione sono indici abbastanza eloquenti, visto che di solito questa squadra raramente va cosi' sotto sia nel punteggio che nella valutazione finale. Ma Reggio Emilia e' team trasformato dall'arrivo di Eddie Gill, peperino stranamente sfuggito a squadre di A in carenza di playmakeraggio, e che in LegaDue ha una velocita' di gambe e mani da proibire, in alcuni casi. Castelmaggiore resta nella parte sinistra della classifica, ringrazia un certo imbuto che non sta facendo arrivare nessuna delle inseguitrici, saluta in Rimini la prima squadra che matematicamente non potra' piu' superarla, e aspetta sabato una Ferrara in crisi nera per riprendere il filo con la vittoria. E, con Ticchi, difficilmente le strisce negative si sono allungate piu' di tanto.

Bignami che parte bene, 5-0 anche se Ghiacci si taglia un dito in entrata e deve lasciare il posto ad Abram. Rush non si addentra nelle selve difese dal Rusca, e lo punisce da fuori. Buon momento che svanisce come zucchero filato nella gola famelica della BiPop: Rusconi, Young, Ruggeri con troppo spazio, Gill sembrano avere un'altra marcia. Il Progresso tiene la strada anche se la divisione dei punti per singoli non e' quella solita: tanto Rush, Williams che forza ma fa bottino, e attorno una strada non asfaltata. Processione parallela fino al 15-15, poi Ruggeri apre il break. 21-15, e 23-20 Reggio alla prima sirena.

Il secondo quarto recentemente e' una specie di mistero doloroso per i bolognesi, visto quello che era successo contro Jesi. Anche oggi si tiene lo stesso tono dimesso. Ancora qualche minuto di svantaggio che si conta sulle dita di una mano, poi Gill e Gigli (ennesimo numero 4 che ringrazia una difesa da sempre in sofferenza su questi giocatori) pietrificano una zona 3-2 poco convinta. 35-23, e Reggio non fa nemmeno fruttare a dovere un antisportivo fischiato a Rush su Lazic. Deve rientrare Williams, ma non e' che le nuvole spariscano. 42-28 di massimo vantaggio, 42-30 al the'.

Terzo quarto che parte discretamente, -8, ma ci sono due palle perse e due triple di Evans, che magari fa solo quello ma non e' poi che lo faccia male. E' un momento di tiri da 3 che vengono snocciolati con facilita' estrema: Levin, poi un Ruggeri tanto libero che avrebbe potuto anche raccogliere la boccia dopo il ciuf, uscire, riprovarci. 51-37. Abram quando e' in campo non trova spazi, Williams si trova in situazioni ad imbuto in area, la palla sotto la riceve il solo Faggiano che lotta come Massimo il Gladiatore (non quello di Radio Deejay) ma che non puo' inventarsi i centimetri che non ha. Doppia tripla Gigli-Levin nel finale, 62-56 Reggio alla sirena. Si puo' fare, avrebbe cantato Branduardi.

E invece no. 8-0 di parziale subito (3 Young, 3 Evans, 2 Gigli), e pendenza che diventa eccessiva per il Progresso. Williams forza, e gli altri non si propongono con convinzione. Rusconi si diverte a smistare palloni, poi Ruggeri fa quello che avevamo detto prima: tripla sbagliata, corsa sotto canestro senza ostacoli, canestro. 76-63, e' la fine. Il resto e' solo per le statistiche.

Troppe palle recuperate, troppi uno contro uno che non hanno permesso quegli schemi che hanno fatto del Progresso e di Ticchi un fenomeno da ammirare, e - come sempre - tanti di quei tiri liberi sbagliati da sfamare tutte le squadre di LegaDue.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI