Non era iniziato bene il weekend per Matteo Boniciolli, arrivato in ritardo al Carrefour per la presentazione del suo libro per un misunderstanding, parole sue, su quale fosse il centro commerciale ove presentarsi. La cattiva stella si è trasportata anche lungo la A14, con l'imbarcata marchigiana che, di certo, non aiuterà una squadra che, adesso, avrebbe solo bisogno di mettere dei muri insonorizzati tra sé e tutto il resto, e casomai riapparire tra un mese senza l'obbligo di dover adempiere a questi obblighi delle partite di campionato. Perché qui il problema è palese, e non c'è bisogno, forse, di tanto scouting per capirlo. Forse.

Il problema è che ce ne sono tanti, da gestire, e se anche la voglia di mettersi a disposizione e non mettere il broncio per un cambio o addirittura per una tribuna il guaio è dover capire, giorno dopo giorno, domenica dopo domenica, chi è in giornata e chi no. Servirebbe una guida sul campo diversa, forse, di un McCamey che in questo momento pare aver paura anche della propria ombra, e che sembra quasi l'insegnante che aspetta sia la classe a spiegargli chi sia meglio interrogare, e non è così che funziona. A fine gara Boniciolli ha parlato di possibili rotazioni da accorciare, ma è umano credere che non sarà facile tenerne a bada 3-4 che rischiano di vedere il campo davvero poco. Insomma, certi giocatori sembrano inconsciamente deresponsabilizzati, come pensassero che ad avere tanta scelta non ci sia bisogno di scervellarsi su come attivarsi.

Però, intanto, ci sarà da capire qualcosa anche di tecnico: Rivali è il terzo play di fila che fa doppia cifra di assist contro la Fortitudo, e un motivo ci sarà. Legion sembra attivarsi solo quando gli viene data carta bianca per tirare, e come già successo spesso si sveglia solo negli arrembaggi del secondo tempo. Poi tutto il resto, in una domenica dove Treviso continua il suo calvario e dove Trieste, non ascoltando i pronostici di Comuzzo, ha perso la prima con Verona e non con Udine. Di tempo ce n'è, ora si deve solo capire quanto ne serve per aggiustare un puzzle dove sembra ci siano troppi pezzi rispetto a quelli che servono.

Just can't get enough - Cinciarini l'ha messa sempre, almeno. E poco altro.

It's no good - McCamey non serve ripeterlo, poi l'ambiente che non ne lascia passare una. A ragione, a torto, chissà. Ma qui ogni sconfitta viene vista come la fine del mondo, e tanto bene non è.

(foto poderosabasket.it)

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