L'avvocato Mattia Grassani è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"E' stata scelta l'extrema ratio. Avevamo formulato ragionamenti e considerazioni circa il proseguimento o meno del campionato. Il tono delle missive era di assoluta condivisione di un percorso con l'associazione di riferimento di cui fanno parte sia Virtus sia Fortitudo. Avevamo valutato i pro e i contro di una sospensione definitiva del campionato che fosse provenuta dall'interno del sistema basket. Nessuno ha mai messo in dubbio che, per la struttura piramidale in essere, sarebbe stata la Federazione a doversi esprimere in via definitiva. Una cosa però è cessare l'attività per non riprenderla più in seguito a un provvedimento dello stato, un'altra è chiudere la stagione per decisione della Federazione, come già avvenuto in altre discipline come il rugby e la pallamano.
C'è una causa di forza maggiore? E' stata stabilita e decretata dal Governo sulla base di quelle che sono le emergenze sanitarie, non dei club. Nessuno ha indicato una data certa. Allora perchè non si è potuto attendere? Poi subentra un ragionamento di forze. I club economicamente più forti hanno una visione più in prospettiva, quelli più deboli ragionano nell'ottica di chiudere subito per eliminare il problema e risparmiare le residue spese di questa stagione.
Ci si è arrabattati per quattro mesi della stagione 2019-20, ma del sostentamento dei costi della stagione 2020-21 qualcuno si è preoccupato? Dal 1° luglio i valori di produzione dello sport italiano cambieranno. I giocatori che in epoca di libertà negoziale hanno sottoscritto contratti pluriennali come si muoveranno? In presenza di questa catastrofe è sopravvenuta l'impossibilità da parte dei club di garantire quei compensi. Non so quante società saranno in grado di erogare mese per mese stipendi ridotti anche della metà. Quindi, o i soci del club tirano fuori il doppio di quanto investito in passato, o sarà necessario rinegoziare i contratti e ragionare con i giocatori non solo per la prossima stagione ma anche per quelle successive.
Le società potranno non pagare i propri tesserati durante l'inattività? Sì. E' un fatto acclarato. Un evento assolutamente imprevedibile ha determinato la sospensione di entrambe le prestazioni oggetto del contratto: quella dell'atleta di allenarsi e quella della società di pagarlo. Siamo in presenza di una impossibilità sopravvenuta della prestazione"

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