Ieri Ettore Messina ha ricevuto il Sigillo di Ateneo dall'Università di Bologna.
Queste alcune delle sue dichiarazioni, come riportate dal Corriere di Bologna

Un grande onore, sia incontrare gli studenti per condividere un po' della mia vita sportiva sia il Sigillo, che è una gratificazione molto bella dal punto di vista personale.
A 17 anni mi hanno messo in mano una squadra di 14enni. A 29 mi hanno fatto allenare in A, a 33 la Nazionale. Sono stato oggetto di scelte di cui ho beneficiato e che io al loro posto non avrei fatto. L'importante è trovare persone che ti diano un'opportunità, auguro ai ragazzi di trovarle e che qualcuno decida di rischiare su di loro vedendo qualcosa che magari loro stessi non vedono.
Kobe? Ho avuto l'onore di condividere con lui un anno. Esemplifica l'ossessione per la vittoria e il successo. Una volta mi disse: non mi interessa avere amici in squadra, ma gente che mi aiuti a vincere. Il titolo dei Lakers? Non era scontato, sono stati bravi a cambiare squadra in corso d'opera e LeBron James è stato dominante per la leadership che ha avuto.
Porelli? Un legame affettivo difficile da tradurre in parole. Mi fece venire qui a 23anni e alla firma del primo contratto mi mise in mano il libro "La storia della V nera". Mi disse: "Leggi e capisci dove sei finito".
La sconfitta Virtus con Cremona? Sarei un bugiardo se dicessi che questa sconfitta non mi ha stupito

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