JASMIN REPESA, "LA FORTITUDO RESTA CASA MIA"
L’ex coach Fortitudo Jasmin Repesa è stato intervistato da Enrico Schiavina sul Corriere di Bologna.
Non sarà al PalaDozza a vedere la sfida con Brescia? Purtroppo no. Avevo già un altro impegno a Milano. Ma la guarderò di certo in tv. Forse è anche meglio così, mi sarebbe piaciuto andare, ma forse avrei creato confusione, distrazione. Ce ne sarà già abbastanza
Ha seguito la Fortitudo quest'anno? Certo. La Fortitudo bene o male l'ho sempre seguita da lontano, ma quest'anno ho anche visto molte partite, lo spettacolo meritava
Può farcela? Deve provarci. Non manca tantissimo alla Serie A, bisogna vederla in questo modo. Serve un altro sforzo, quest'anno ne hanno già fatti tanti. È una stagione eccezionale e le occasioni vanno prese al volo quando passano
Tifa per loro? Naturalmente. Nulla contro Brescia, ci mancherebbe, ma la Fortitudo è la Fortitudo. Sono un professionista, sono stato in tanti posti in Italia e in Europa e ovunque ho sempre dato tutto me stesso. Ma la Fortitudo la considero per sempre casa mia
Boniciolli l'ha sentito? Non di recente, ma gli ho detto che il lavoro che ha fatto è straordinario, cosa che peraltro è sotto gli occhi di tutti. Matteo è uno così, fuori dal comune, fuori dagli schemi
Lei prese il suo posto alla Fortitudo dopo un derby vinto, nel 2002... Una vecchia storia. Sappiamo tutti come andò. Il destino spesso fa strani scherzi. Comunque sono contento che Matteo sia tornato e che stia facendo così bene
Lei intanto ha vinto un altro scudetto con Milano. Quasi senza far fatica. Non è stato così facile. La stagione complessivamente è stata dura, tra tanti infortuni, cambi nel roster, le sconfitte in Europa che toglievano fiducia, e Reggio Emilia che era forte e non ha mai mollato. Uno scudetto è sempre uno scudetto
Ha il contatto con Milano fino al 2018. Ora le chiederanno l'Eurolega... Il budget di quest'anno era buono per l'Italia ma non di primo livello in Europa. Uno scudetto e una Coppa Italia, come primo anno, sono un buon bottino. Ora dovremo lavorare per costruire un gruppo più forte, con italiani importanti. E poi non bisogna sbagliare gli stranieri. Comunque il budget non vince le partite, sono le squadre che le vincono
Lei ha vinto dieci titoli nazionali con cinque squadre diverse tra Italia, Croazia e Turchia. Ce ne sarà però uno a cui tiene di più? Quello con la Fortitudo è stato fantastico, ma non chiedetemi di fare una classifica, sono tutti belli, in qualsiasi paese
Com'è vivere a Milano? Tutti vorrebbero allenare Milano. Io devo solo ringraziare. Armani e Proli mi hanno voluto anche se avevo già il contratto col Cedevita ed avevo scelto di restare in Croazia
Come ha ritrovato Bologna? Come al solito: grassa e rossa. Dicevo sempre così, anche quando ci abitavo, e ci stavo benissimo. Ma non è che mancassi da tanto, a febbraio abbiamo giocato qui contro la Virtus... Non è cambiato niente, tutti quelli che incontro mi parlano subito di basket