Vedere un pareggio nel basket ha qualcosa di romantico, perché riporta in mente sfide di un’epoca che non c’è più, quando l’Eurolega ancora non esisteva e si giocava in Coppa dei Campioni e in Coppa Korac. In ogni caso, per la Virtus è una prima assoluta in una coppa europea, non era mai capitato.

A parte questo, a Le Mans si è vista l’ormai consueta Segafredo a due facce. A tratti concentrata - anche difensivamente - in grado di fare la partita voluta e di portarsi avanti anche di 6-8 punti, a tratti distratta, con buchi difensivi e a rimbalzo (16 offensivi concessi), imprecisa ai liberi (16/24, 67%) e in difficoltà quando c’è un vantaggio da gestire. E poi - onestamente - manca moltissimo il contributo di Kevin Punter, anche ieri in grossa crisi: 2/11 al tiro, problemi difensivi su Ray e un tunnel di cui non si vede l’uscita.

Per il ritorno nulla è compromesso, e al PalaDozza i bianconeri partiranno da favoriti in quella che sarà una finale secca da giocare in casa. Però - e ormai è un mantra che si ripete da molto tempo - questa squadra ha bisogno di trovare continuità se vuole fare strada, a tutti i livelli.
La speranza è che un aiuto in questo arrivi da Mario Chalmers, che ieri ha esordito con la maglia delle Vu Nere: 12 minuti in campo, presentandosi con assist e canestro e fallo nelle prime due azioni, e subito dopo contribuendo a levare dalla partita Thompson lucrando un fallo di pura furbizia. Per lui in tutto 7 punti e 3 assist e l’impressione che - appena si sarà levato di dosso un po’ di ruggine - potrà fare molto per questa squadra. Un supplemento di leadership nei momenti caldi servirebbe parecchio. Nel frattempo, la squadra continua a essere quella di Tony Taylor, anche ieri il migliore.


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