La prima di Dalmonte da capoallenatore della Fortitudo al Paladozza (le altre, in varie epoche, sempre altrove) è anche la prima vittoria del campionato, con la classica prova di squadra dove a parte qualche spicciolo sparso tutta la truppa è stata con la testa laddove doveva stare, e sciorinando pur a tratti una prova tale da rendere il sabato facile facile, contro una Nardò che ben poco ha da chi italiano è, e lascia la maniglia della gara già a metà del terzo quarto.

Si parte con la Fortitudo che segue il dettame per cui il modo migliore per recuperare palla dietro è da rimessa post cesto subito, piuttosto che lottare a rimbalzo: si concede troppo a Vasl e Stojanovic, e buon che Thornton aggiusta davanti quel che concede dall’altra parte del campo. Lineare parità, con Barbante a dare un po’ di scossa dalla panchina, ed entrambe 21 al 10’.

Meglio i cambi dei titolari, stavolta, e doppia tripla di Panni per provare ad allungare un po’ contro una Nardò che perde subito il filo del cesto facile. Qualche spallata di Italiano produce il +8, poi Vasl e Stojanovic (with a little help from my referees) cercano di ricucire. 35-32, poi Davis si fa perdonare un’atroce persa in contropiede con una tripla, e da lì arriva un parzialino che porta Bologna alla sirena sul massimo vantaggio, 43-32.

Una qualche pietra contro la zona e un leggero calo a rimbalzo erode qualcosa del vantaggio F, anche se Nardò a parte i due plavi ha più quantità che qualità. E allora è quasi inerziale che una squadra con più opzioni alla lunga esca fuori, con una sferzata di Cucci a rimetterne 13 tra una e l’altra, e Aradori al gong a vergare il 67-52 del 30’.

Non siamo ancora al momento dei selfie avversari, ma con la doppia tripla Cucci-Italiano si scollina il ventello e, chiaramente, il resto è un lento trascinarsi verso la sirena finale. Si sta sui 20, alla fine c’è spazio anche per i giovini Bonfiglioli e Niang, nulla da segnalare di extra e per una volta va bene così.


(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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