Murata in area da Trieste, la Virtus esce dall’anticipo domenicale in terra di Venezia Giulia con l’amaro in bocca per non aver capito come provare a scardinare l’altrui difesa, e solo la consolazione di aver acceso la testa in tempo per non distruggere più di quanto già non fosse. Andando a recuperare nell’ultimo quarto abbastanza per preservare, se non altro, la differenza canestri nello scontro diretto. Prima, contro una Trieste poco ispirata davanti, i problemi erano stati principalmente offensivi, non trovando alternative ad un gioco in area che la fisicità casalinga aveva reso privo di efficacia.

Nuovo parquet a Trieste, a dare all’atmosfera un senso di luce totalmente inedito, e prime battute in cui il sovracitato parquet è poi la cosa migliore della partita, vista la viscosità degli esordi. Parte meglio la Virtus, a bollar 11-6 attorno a buona difesa e balzi davanti, poi all’aumentar della fisicità e con primi giri di rotazioni non positive per Ramagli, ecco che Trieste trova dalla panchina cose migliori, Baldasso e Parks in primis, per far 13-0 di parziale. Serve uno Spissu per limitare i danni, 19-13 Trieste al 10’.

I giuliani chiudono tutti gli spazi, la Virtus sembra dover essere interrogata su un libro non previsto nel programma, e tra limiti fisici e meno reattività ecco che, sulle spalle di un Cittadini in modalità derby, Trieste scappa difendendo, comunque, meglio di quanto non attacchi. Arriva la doppia cifra di scarto, arrivano regali da padroni di casa che dall’arco sbagliano robe atroci tirando sul primo passaggio (comunque piedi a terra), ma quando c’è da attaccare Bologna proprio non sa da che parte sbattere la testa. Stavolta è Lawson, quasi alla sirena, a mettere piccola pezza ad un buco aperto fino a quota 13, ed è 36-26 Trieste al 20’.

Testardamente orientata a cercare di aprire le finestre in area e sempre rimpallata, Bologna annega fino al -17 (29-46) quando qualcosa sembra cambiare. Intanto Ndoja decide di cambiare strategia e mette due triple, poi Trieste impazzisce temporaneamente buttando via tre palloni di fila sulla rimessa da fondo o quasi. Arriva quindi il 10-0 bianconero, ma arrivano anche due errori per il possibile -4, e lo spazio concesso a Trieste per rimettersi in corsa è letale: controparziale di 9-3, e nuovamente doppia cifra tra l’una e l’altra. 55-44 Trieste al 30’.

La Virtus non ha forza né testa per cercare di rimettere tutto in discussione, scende di nuovo al massimo scarto (61-44), e allora quasi inconsciamente si inizia a pensare più allo scontro diretto che non alla singola partita. Si sveglia Umeh fuori tempo massimo per la prima ma non per la seconda missione, Trieste continua a non avere idee dall’arco, Bologna torna fino al -6 senza avere occasioni per aprirla tutta, ma salvando almeno il salvabile. Se non altro.

(Foto Roberto Serra - Virtus Pallacanestro)

ROSETO - FORTITUDO, IL DOPOPARTITA
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