Il coach della Virtus Alessandro Ramagli è stato intervistato da Luca Muleo su Stadio.
Ecco le sue parole:
Siamo già alla routine. Ma non c'è dubbio che questo sia un posto storico, suggestivo. Come ti giri vedi gente che ha scritto grandi pagine. Poi però questa storia deve continuare, è una bella sfida.

Che Virtus sarà? Una squadra che parte al contrario, cioè dall'idea di valorizzare i ragazzi del suo settore giovanile, vedere se hanno stoffa, e circondarli di giocatori affidabili, che consentano al giovani di sbagliate senza mandarli allo sbaraglio.

Americani allora. Una guardia e un lunga, due che sappiano giocare a pallacanestro intanto, che è la cosa più importante, anche di quanti punti e rimbalzi siano in grado di fare. Dovranno darci quelle competenze necessarie a completarci.

Già visti in Italia o in Europa? Non è una condizione necessaria. Poi che questi giovani siano guidati da chi ha già vissuto certe situazioni, sarebbe meglio. Ma non significa scartare un collegiale a priori. L'importante è avere un pacchetto equilibrato: se ci sono punte molto giovani, ne servono altre d'esperienza.

A2 ufficiale ormai. Per me non è stata una sorpresa. E d'altronde sono stato chiamato a guidare una squadra che doveva partecipale a questo campionato.

Che gloco proporrà? Nella mia idea c'è un gruppo capace di dare il 11O%. Ma questo lo dicono tutti, nei calcio, nella pallavolo, a biglie. La fisionomia tecnica e la faccia della squadra si possono capire solo quando nomi e cognomi saranno sul campo. Conta l'identità, chi non ce l'ha fallisce perché nessuno riconosce la squadda, e lei non si riconosce in se stessa. Costruirla sarà il nostra lavoro.

Si parte dopo ferragosto. Il programma è pronto.

Tante amichevoli? Di solito ne faccio giocare otto o nove, né più né meno degli altri. All'estate, come tutti i tecnici, tengo molto. Ma sarebbe un errore grossolano pensare che la squadra in campo alla prima il 2 ottobre possa essere la stessa di metà aprile. Bisogna essere pronti a cominciare certo, ma non è che il 2 ottobre ci giochiamo la Supercoppa.

E poi il lungo tormentone... Il derby lo dovrò scoprire, e anche i giocatori. Bologna sente il desiderio di viverlo con una partecipazione speciale. Noi, che ne saremo protagonisti, siamo i primi ad aver voglia di giocarlo. Una gara che può dare lustro a tutta la seconda lega, mi aspetto che ogni componente faccia in modo di renderlo indimenticabile, con grande partecipazione, coinvolgimento ma soprattutto grande correttezza. Per Bologna è l'occasione, da non perdere, di mettere in mostra il meglio e non il peggio.

Vale per tutta la A2 e le sue tante piazze storiche. Ci saranno molte realtà in grado di portare a palazzo 4mila persone. Il blasone c'è, in un contenitore diverso, con valori tecnici diversi. Però sarà certamente un campionato accattivante, coinvolgente.

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