Oggi tutto il mondo del basket festeggia Kobe Bryant, che nella notte giocherà la sua ultima partita in carriera.
Ci uniamo anche noi alle celebrazioni di uno dei più grandi campioni della storia del gioco ricordando quando - nel 2011 - l'allora patron Virtus Claudio Sabatini provò a ingaggiarlo durante il lockout NBA. Sabatini non ha mai nascosto che il non essere riuscito a portarlo a Bologna sia stato il più grosso rimpianto nel suo decennio da patron della Virtus. E in effetti nell’autunno 2011 per più di un mese a Bologna (e non solo) praticamente non si parlò d’altro, durante il lockout NBA, e si arrivò persino a scrivere una lettera al presidente americano Obama.

Abbiamo pensato di ripercorrere quel periodo attraverso il nostro riassunto di quell’anno bianconero, per i mesi di settembre, ottobre e novembre 2011.

SETTEMBRE
Mese di preseason, tra scrimmage e amichevoli varie. Mentre l’arena di Casalecchio diventa “Unipol Arena” per 5 anni, le Vu Nere trovano l’ala americana, è Chris Douglas-Roberts, che accetta di firmare senza escape NBA. C’è il disgelo tra Sabatini e Romagnoli, che dopo mesi di attriti fanno la pace. Ci si accorda anche sul PalaDozza, con la Virtus che chiede solo la disponibilità per alcune gare, in caso di indisponibilità di Casalecchio.
Intanto prendono corpo i sogni. Prima quello di Emanuel Ginobili, che però prende tempo fino a ottobre. Si riapre la campagna abbonamenti. La questione Ginobili però viene rapidamente eclissata dall’affaire Kobe Bryant, che deflagra come una bomba atomica. Il 18 settembre Sabatini dichiara di voler portare l’asso dei Lakers a Bologna, e di stare lavorando per farcela tramite Lauro Bon. All’inizio pare poco più di una boutade, anche perchè in rete viene trovato il primo contatto di Bon con Bryant tramite messaggio su Facebook.
Sabatini però è serissimo, e ogni giorno rilancia: prima chiede al Comune e agli imprenditori locali una mano, poi aumenta progressivamente l’offerta al giocatore, rispondendo colpo su colpo alle richieste della sua agenzia (che pubblicamente non parlerà mai). Al giocatore viene offerto prima un contratto annuale con escape, con tanto di messaggi d’amore mandati dai tifosi ([email protected]). Nel bene o nel male la notizia fa il giro del mondo, e si parla della Virtus su siti e giornali americani. Kobe chiede il doppio di quanto offerto, al che la Virtus offre 2.5 milioni per un mese, chiedendo nel frattempo alla Lega di spostare le partite per giocarne fino a 10, in quel mese. Il giocatore – in Italia con la Nike – dice che giocare qui è “molto possibile”, e poco dopo Sabatini, dopo l’ennesima conference call notturna, annuncia di aver trovato l’accordo economico. Pare davvero fatta, quindi. E la Virtus chiude di nuovo la campagna abbonamenti. Alcune squadre di serie A però (Varese e Cremona) si oppongono allo spostamento del calendario, e Sabatini si infuria.

OTTOBRE
Si parla solo di Kobe (e degli eventuali Kobe Point), e i tifosi seguono le riunioni notturne per il lockout, ovviamente facendo il tifo per la rottura. Sabatini continua a trattare con l’agente Pelinka e a fare proposte di ogni tipo, dal contratto annuale alla singola partita, anche amichevole (Kobe Night). Ginobili intanto prima prende ancora tempo, poi dice definitivamente di no. Dopo la promozione d’ufficio di Venezia viene rifatto il calendario, e la Virtus inizia il campionato con grande sofferenza, piegando Roma in overtime. Ma si parla solo di Kobe, anche se piano piano – pur perdurando il lockout – le possibilità di vedere il giocatore a Bologna paiono scemare di giorno in giorno: Sabatini arriva addirittura a scrivere al presidente americano Obama, e pensa alla Kobe Cup, un circuito di tre esibizioni. Alla Virtus andrebbe bene a ottobre come a novembre, ma ormai i buoi paiono scappati. La Virtus intanto perde ad Avellino, e si prende uno striscione-rimbrotto dai Forever Boys. I bianconeri perdono pure a Milano, piuttosto male. Sabatini continua a non mollare su Bryant, e cede Moraschini in prestito a Sant’Antimo, mentre si dimette il viceallenatore Marco Sodini. A fine mese la Virtus rischia grosso, ma alla fine batte Cremona con un tiro decisivo di McIntyre.

NOVEMBRE
Il mese si apre col botto. Dopo aver colpito con un cazzotto Finelli, Jared Homan viene messo fuori squadra, e si transerà poi il suo contratto. Sabatini ribadisce l’assoluta fiducia nei confronti di Finelli. La Virtus perde a Teramo, e i Forever Boys non la mandano a dire. Striscione ci siamo rotti il cazzo, e immediata riuniona coi tifosi convocata da Sabatini che annuncia due cose: che McIntyre ha un problema all’anca che gli impedisce di giocare, e che la società è in regalo per chi vuole prendersela. Nei giorni successivi poi la cosa si chiarirà, con l’idea di una Fondazione, anche perchè Sabatini dice di non poter più andare avanti da solo e che l’alternativa è la chiusura, e fissa la deadline al 15 dicembre. Intanto sul campo la squadra reagisce, e McIntyre si congeda con due vittorie, in casa con Varese e a Montegranaro. La società per sostituire lui e Homan firma Vitali e Lang. Niccolò Martinoni viene ceduto a Casale, e torna anche Dan Werner. Intanto finisce il lockout, mettendo la parola fine al sogno di Kobe, sogno che però pareva diventato utopia ormai da tempo. Sabatini però continuerà a parlarne, di tanto in tanto, facendo capire che non essere riuscito a prenderlo è il suo rimpianto maggiore da quando possiede la Virtus.

Pochi mesi fa - infine, a novembre 2015 - si è parlato di nuovo della questione, perchè dopo l'annuncio del ritiro Sabatini ha proposto di organizzare a Bologna la partita di addio di Bryant. In concorrenza si è subito proposta Reggio Emilia ma non se ne è fatto nulla.
Kobe Bryant - come è giusto che sia - chiuderà la carriera allo Staples Center.

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