ABBIO: FA MALE VEDERE LA VIRTUS COSI', LA RETROCESSIONE SAREBBE UNO CHOC
Alessandro Abbio, doppio ex della sfida di domenica prossima, è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna e da Luca Muleo su Stadio.
Ecco una sintesi delle sue parole:
Da che parte sta? «Non è una situazione facile, me lo chiedevano anche domenica scorsa al PalaRuffini dove ho visto la vittoria di Torino su Brindisi. Con i piemontesi ho giocato 6 anni e ho esordito in A, con la Virtus 8 stagioni. Schierarsi è impossibile, è come se ti mettessero davanti due figli e ti chiedessero di scegliere. L'augurio è che si salvino entrambe».
Quanto fa male? «Molto».
Sarà alla partita? «Sì, verrò a Bologna e starò in un angolo. Purtroppo in questo momento il destino non è più nelle mani della Virtus, che non dipende solo da se stessa ma anche dai risultati delle altre».
La prima retrocessione nella storia del club sarebbe uno smacco pesantissimo. «Per la città di Bologna e i tifosi una eventuale retrocessione sarebbe uno choc, anche se da parecchio la squadra non è più nella prima fascia del campionato, Il periodo d'oro è finito da parecchi anni, per un po' si è andati avanti ma alla fine i risultati sono questi, anche se la gente si aspetterebbe almeno una qualificazione ai playoff. Bisogna dire che la Virtus ha avuto anche molta sfortuna, ha costruito la squadra su Ray e non l'ha praticamente mai avuto. Purtroppo gli errori sono costati caro, molte partite buttate via alla fine si rivelano pesanti nell'economia del campionato. Scendere in A2 sarebbe un bel guaio al di là della delusione. Risalire, con una sola promozione, sarà complicatissimo. Però non so quello che succederà in estate, ogni anno siamo abituati a ribaltoni con società che saltano e magari vengono poi ripescate. Non è bello, ma a volte succede. Certo, salvarsi sul campo renderebbe tutti più sereni».
Lei ha fatto parte di altre Virtus, di gruppi vincenti come se ne sono visti pochi nella storia della pallacanestro. Quali risorse deve trovare la squadra, al proprio interno? «Valli da questo punto di vista è una garanzia, perché in quel periodo alla Virtus era una figura chiave nella gestione di alcuni giocatori, in particolare di Danilovic. Noi eravamo un gruppo con una sicurezza nei nostri mezzi e fiducia nei propri compagni altissima. In quel famoso 1998 della finale con la Fortitudo avevamo la sensazione che non potevamo perdere, anche quando ci siamo ritrovati sotto 2-1 nella serie e in svantaggio in gara 4 a casa loro».
Quella però era la Virtus con lei, Danilovic, Rigaudeau, Savic, Nesterovic, Sconochini. Quella di oggi dove può trovare le risorse per uscire da questa situazione? «Servono certezze e sicuramente Andre Collins è un giocatore che mi piace parecchio e che infonde sicurezza. Un altro dal quale mi aspetto molto è Simone Fontecchio, un giocatore potenzialmente mostruoso e con grandi doti, pur senza caricarlo di eccessive responsabilità essendo un classe '95. In Michele Vitali, invece, rivedo un po' della mia energia: non è una stella, ma sa colpire nei momenti importanti, come ha fatto contro Cremona con una tripla chiave in una partita che ho visto dal vivo recentemente».
Come si affronta questa partita? «Non ci sono alibi, devi scendere in campo e in qualsiasi maniera venirne a capo. Fisicamente, mentalmente, tecnicamente, ogni possesso è pesantissimo e può determinare il risultato finale. Bisogna dare tutto e fidarsi del proprio compagno, il gruppo più compatto porterà a casa la partita».
Chi vince? «Il più preparato e pronto a una gara di questo genere».
Per cercare di compattare ancora di più il gruppo, appunto, la Virtus va in ritiro da domani. Da giocatore approva la scelta? ««Ne ricordo uno a Porretta prima di una Coppa Italia. Puoi non gradirlo, ma è la scelta giusta. È un momento delicato, mancano due sole partite al termine del campionato e ti giochi la stagione. Al di là di come la vivi con i compagni, che siano amici o no, non ci sono storie o vie d'uscita: domenica non c'è alternati va alla vittoria. Isolarsi dall'esterno, soprattutto a Bologna dove ci sarà sicuramente grande clamore per questa situazione, è una scelta che approvo e sulla quale penso siano d'accordo tutti.