PILLASTRINI: SARO' EMOZIONATO. IN FORTITUDO SONO NATO, E AVREI VOLUTO TORNARE AD ALLENARLA
Stefano Pillastrini - ex coach di Fortitudo e Virtus e attualmente primo in classifica con Treviso - è stato intervistato da Massimo Selleri sul Resto del Carlino alla vigilia della sfida di domani.
Ecco le sue parole: Sarò emozionato, perchè in Piazza Azzarita ho attraversato diverse tappe della mia vita: prima sono stato un tifoso, poi sono diventato uno degli assistenti, poi il vice, e infine l’allenatore della prima squadra. Da lì è partita la mia carriera e quando si è professionisti bisogna cogliere le occasioni quando arrivano: per questo accettai la chiamata della Virtus, come ha fatto Boniciolli. Non rinnego quella decisione, anche se mi sarebbe piaciuto tornare ad allenare la Fortitudo. Di quella estate (2007, ndr) una sola cosa non ho digerito.
Quale? La proprietà di allora mi contattò e fece uscire la notizia che la panchina sarebbe stata la mia, mentre a me diceva di aspettare perchè attendeva la risposta di Repesa. A quel punto io mi ritenni libero, poi siccome loro non riuscirono ad accordarsi con Roma, allora dissero che ero stato io a non voler venire, quando invece furono loro a non credere in me.
Cosa mi fa essere lo stesso di 30 anni fa, che sia serie B o Eurolega? Il privilegio di aver trasformato la mia passione per la pallacanestro in un lavoro.
Come vive il nostro pubblico l’incontro di domani? Bologna ha messo a disposizione 200 biglietti e qui se li stanno litigando, probabilmente neppure il doppio sarebbe sufficiente. Devo dire che la gente si riconosce più nella tradizione della Liberty che in quella della Benetton, e la partita è molto sentita per la storica rivalità tra le due tifoserie, che non a caso in Italia sono tra le più passionali.
Che gara mi immagino? Davanti al proprio pubblico Boniciolli allarga molto le rotazioni per mantenere sempre alto l’agonismo e l’intensità. Noi dovremo essere bravi a contrastare questi due aspetti, tenendo presente che contro l’Aquila non basta giocare bene per 35’, ma bisogna garantire un buon livello per tutti i 40’.
Tanta fatica per un’unica promozione? E’ un’ingiustizia che su 32 squadre una sola salga in serie A. Farebbe bene anche al massimo campionato avere un maggior ricambio e il fatto di avere più promozioni renderebbe sportivamente anche meno drammatica una retrocessione. La nostra fortuna è che il campionato di A2 è ben organizzato, il pubblico è corposo in quasi tutte le piazze e c’è la possibilità di lavorare con lo stesso gruppo per tutta la stagione. Sono fattori che danno un senso all’annata nonostante vi sia un imbuto strettissimo verso la categoria superiore.
E poi ci sono tanti giovani? La somma dell’età dei nostri due playmaker non raggiunge i 40 anni, la stessa Fortitudo ha deciso di affidare a un 18enne un ruolo così delicato. E’ vero: per chi vuole c’è questo spazio, anche se tutti dovremmo osare di più. Io sono un protezionista e ritengo che il posto per i giocatori italiani vada preservato, non tanto per far giocare chi ha già raggiunto la sua maturità tecnica, quanto per dare spazio a quei ragazzi che stanno troppo tempo nelle giovanili e non trovano uno sbocco nella prima squadra. E’ l’unico modo concreto per valorizzare il vivaio.