(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

A differenza dei precedenti, un mese di novembre non più immacolato per una Fortitudo che trova i primi dispiaceri di stagione. Bilancio mensile a dire 3-2, ma che ampliando il ventaglio, diventa 9-2 nel girone d’andata. Impensabile forse pure dai diretti interessati che si godono al momento il primato, rimasto intonso pure dopo le sconfitte con Udine e Verona.

Il mese era iniziato con le vittorie, al Paladozza, numero sette od otto consecutive, allungando una cavalcata a tratti impressionante. Prima Piacenza, la più dura delle otto fin qui, superata in extremis grazie pure al missile di Sabatini spedito sul ferro, lasciando la Effe unica squadra imbattuta tra i vari campionati italici, viste le prime sconfitte della Virtus a Cremona e Ruvo di Puglia a Roseto. Sette giorni dopo, alla terza consecutiva casalinga, si bissa anche con Cento, senza Aradori, fermato da una contrattura. Nemmeno il quintetto sveglia Conti, e Caja nel post gara, non le manda nuovamente a dire ai suoi panchinari.

Esattamente a metà mese a Udine, nel recupero della settima giornata, arriva la prima batosta. Senza Aradori, (e la prima di Giordano a “babbo morto”), la Effe si vede spogliata. E’ una mattanza: 87-56 per i friulani con 20 triple (su 40 !) infilate. Tre giorni dopo si sale verso Cividale; torna Aradori e son trenta più vittoria ritrovata, ma servono quaranta minuti di zona per gestire i soliti cinque, elogiati da Caja nel post gara, quasi a voler ancora rimarcare le difficoltà di chi sale dopo. Ci si guarda allora intorno, ed inevitabili arrivano i primi rumors di mercato: da Delfino fino a Della Rosa, ma al momento è solo “fuffa”. Il Paladozza stavolta non basta per l’ennesimo trionfo: Verona passa 68-75, ed a tradire Caja stavolta è proprio il suo quintetto. Panni ed un redivivo Conti, più sprazzi di Bolpin, non sono sufficienti ad evitare la sconfitta. 

 

 

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