Sulla complessa questione diritti TV, il Corriere della Sera ha sentito Alessandro Araimo, AD di Eurosport-Discovery, che si è detto fortemente contrario all'aumento delle partite in chiaro.

In tre anni abbiamo investito qualcosa come 35 milioni di euro, che non sono pochi, puntando sul Player per tenere in piedi il sistema a medio termine. È chiaro che se cambiano le premesse non potremo più garantire un certo tipo di investimento. E tutto verrà a cadere.
Una minaccia? Nessuna minaccia, un semplice conto economico.
Trentacinque milioni, quindi. Anche qualcosa di più. Ci metta l’acquisizione dei diritti, ci aggiunga la produzione delle partite, che è tutta a carico nostro, completi il quadro con la campagna di comunicazione e marketing dedicata al basket: ci abbiamo messo grande impegno.
La gente però per vedere il basket deve spendere, e il Player ha 240mila abbonati. Rispondo che il basket deve essere orgoglioso di essere uno sport premium. E al basket su Eurosport si accompagnano eventi importanti, come gli Slam del tennis, le grandi corse del ciclismo. Le Olimpiadi. Un ottimo veicolo per attirare nuovi spettatori al basket.
Eurosport quindi è contraria ad aumentare le partite in chiaro. Non posso che notare questo tentativo di aumentare la visibilità in chiaro del basket. E non ci stiamo. Abbiamo fatto un piano a medio termine, abbiamo aiutato il basket a crescere, ma se cambiano i presupposti, ripeto, allora non ci stiamo più.

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