LA VIRTUS TRA GARA DUE E GARA TRE
La Virtus torna da Milano ancora imbattuta in questi playoff, e con un pesante 2-0 in tasca. Alzi la mano chi l’avrebbe detto.
Ancora una volta l’asticella si è alzata, e ancora una volta i bianconeri hanno risposto presente. L’Olimpia ha giocato meglio, e ha tirato meglio rispetto a gara 1, ma la Segafredo è sempre stata lì, rispondendo colpo su colpo - qualcuno pure proibito, come quello di Shields su Teodosic - chiudendo l’area e impedendo ogni tentativo di fuga, e nel finale ancora una volta Markovic ha fatto le giocate decisive. Benissimo lui, sontuoso Teodosic, bravissimo Ricci, tanto per citarne tre, ma davvero l’applicazione difensiva di tutti è stata ben sopra la media. L’ultimo quarto è stato l’emblema della partita: 25 punti segnati da una parte, e soprattutto Milano tenuta a 13 punti e 2/17 al tiro dall’altra.
Maggiore freschezza bianconera, come ha detto Messina in sala stampa? Può darsi, però il coach dell’Olimpia ha volutamente scelto di andare con gli stessi 12 di gara uno, quando avrebbe potuto cambiare qualcosa, inserendo stranieri di livello di Micov o Tarczewski. La Virtus ha giocato con tutti quelli che ha, a parte il piccolino Adams ormai fuori delle rotazioni, gestendo comunque bene, con un solo giocatore (Markovic) oltre i 25 minuti e nessuno oltre i 30.
La morale della favola è che la Segafredo è arrivata nel secondo momento decisivo della stagione davvero pronta, ed erano in pochi ad aspettarselo dopo una stagione sull’ottovolante. A questo punto, bisogna solo dimenticare questo 2-0. I tifosi non possono farlo, e alla Segafredo Arena ci sarà ovviamente grande entusiasmo. I giocatori invece devono provare a farlo, e giocare una partita alla volta. La matematica dice che il guado è esattamente a metà: già domani si torna in campo, probabilmente con qualche cambiamento nel roster di Milano.
(Foto Virtus Pallacanestro)