(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Assigeco Piacenza – Fortitudo Flats Service Bologna 59-63

Sarà anche meno brillante della sua versione casalinga, la Fortitudo formato trasferta, ma continuando sulla antica considerazione del pecunia non olet ben venga l’ennesima vittoria lontano dal Paladozza faticando, permettendo ai padroni di casa di annusare anche la possibilità di vincerla, ma salvando capra e cavoli con la struttura di gioco laddove non sempre le individualità hanno trovato spazio. E va bene lo stesso, in attesa di capire cosa sarà di questo famoso mercato: Woldetensae a Varese fa NE, le voci sul suo futuro sono contraddittorie, ma intanto questo gruppo continua a vincere, in un modo o nell’altro. Questa, finora, è l’unica cosa certa.

La cronaca

Si parte correndo, da entrambe le parti, più di quanto non si dovrebbe: fioccano le perse più che le belle cose, Bolpin fa 2 triple e due scialacqui, Freeman segna e si morgillizza con 2 falli in 2’, e inizialmente c’è un po’ più Piacenza che non Fortitudo. Poi Morgillo (quello vero) fa quello che Ogden non riesce a mettere in pratica, si resta in scia, si sorpassa, 16-15 Bologna al 10’.

Il rullar dei cambi favorisce Bologna: Sergio brilla, i piacentini no, e con attenzione più che lustrini si prova anche un pizzico di fuga, lavorando sulla difesa e cercando, davanti, di pescare quel che si trova. Caja trova ancora pepite da un Morgillo spesso libero, facilmente trovato e di ottima concretezza, e questo è un facile rimbalzare i tentativi di padroni di casa troppo estemporanei e poco avvezzi al capire che il campo è diverso dagli schemi previsti su carta. Nove medi di scarto, Morgillo in doppia cifra, 39-30 al 20’.

Bolpin
Bolpin - Foto Valentino Orsini Fortitudo Pallacanestro 103

Il 6-0 iniziale (e +15) non evita alla squadra un timeout furibondo di Caja per una persa e canestro altrui, mentre la difesa di Piacenza cresce un po’ non permettendo a Bologna di prendere il largo. Poi, qualche nefandezza dietro regala all’incredulo Filoni una serie di cesti che rischia di avvicinare l’impatto tra le due squadre, e buona grazia che si vada al 30’ sul 52-43.

Il primo cambio per Aradori arriva dopo 32’, e nella viscosità di una partita dove da un lato non la si chiude e dall’altro non la si riapre è tanta roba un triplone di Fantinelli per il +12 a -6’. Veronesi prova a riaprirla ma è più ormone che non puntualità, però a provarci e riprovarsi la partita diventa uno sprint. Piacenza fa -2, poi si imbarla quando nell’azione del possibile sorpasso non trova lo spazio necessario per un tiro credibile. Aradori ne rimette 4 di distanza, e anche prendendo svariati rimbalzi d’attacco Piacenza non riesce a fare altro se non a uscire con qualche rimpianto. La vince però la Fortitudo, e va sempre e comunque bene, in qualsiasi modo arrivi.

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