Bruno Arrigoni, una vita a Cantù e anche due anni in Virtus, è stato intervistato dal Resto del Carlino.
Ecco un estratto delle sue parole.

Quella di domenica sarà una partita di cartello anche se una volta avrebbe avuto il valore almeno di una semifinale scudetto. Adesso da una parte c'è la V nera che si è ricostruita in fretta e ambisce ad un palcoscenico importante sebbene debba sistemare qualche tassello, dall'altra c'è una squadra che pur tra mille vicissitudini societarie gioca in modo spavaldo e easy e lunedì sera hanno fatto diventare matta Brescia che è una squadra molto quadrata. Forse il fattore campo di Cantù non è più quello di prima, però, c'è entusiasmo e calore. A Bologna stanno cercando la quadratura del cerchio, manca ancora un americano ma hanno uno degli allenatori migliori sulla piazza e una piazza importante. Non mancano neppure le risorse economiche, bisogna solo avere pazienza.

L'esperienza in Virtus? Sono stati due anni difficili. Premesso che io non sono di grande personalità e non sono particolarmente prepotente per cui sono uno che si adegua, però, lì c'ero io, c'era Renato Villalta e c'era Bottai e non era semplice. L'unica cosa di buono è che Luca Bechi era una persona di spessore umano altissimo e poi Giorgio Valli è stato bravo a ricompattare tutti sotto il profilo tecnico. Abbiamo mancato i playoff di poco. Fu un anno accidentato con pacche nei detti ma anche con alcune soddisfazioni e belle vittorie. L'anno dopo avevamo le idee un po' più chiare, però, mancavano i soldi e io credo che in quell'anno lì abbiamo fatto con meno di chiunque nella storia della pallacanestro mondiale. Nonostante questo abbiamo messo insieme una squadra che si è battuta e che ha raggiunto i playoff nonostante partisse dalla penalizzazione di -2.

Come scovò Hazell? Era una delle tante guardie che ci venivano offerte: aveva una buona taglia fìsica, aveva la giusta faccia tosta perchè tirava da tutte le parti e questo faceva di lui il giocatore complementare a tutti. Poi l'ambiente positivo della Virtus servì per gestirlo.

Consigli? Bologna è sulla strada giusta, ma ci vuole tanta pazienza perché i tasselli si sistemino.

PAJOLA, INFORTUNIO ALLA CAVIGLIA
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91