Uscita ieri su Stadio, la proposta di una giornata per celebrare Stefano Mancinelli parte dal presupposto, ormai certo, che il giocatore non farà parte del prossimo roster Fortitudo. Non sapendo ancora cosa vorrà fare non tanto da grande ma anche solo tra poche settimane, dato che in questi 3 mesi e mezzo dalla fine del campionato nessuna voce è arrivata dal numero 6 biancoblu. L'unica cosa certa è che non indosserà una maglia Fortitudo, e che comunque la squadra è stata costruita, fin dall'inizio, partendo dalla sua assenza.

E' difficile la transizione del Mancio, che negli ultimi anni forse avrebbe già voluto smettere, chissà, ma sognando un finale diverso da quello che gli eventi gli hanno proposto: non era giusto salutare dopo un campionato interrotto, nemmeno dopo uno a porte chiuse, e ora quello con la retrocessione. E questo lungo addio ha forse cambiato un po' la percezione che del giocatore ha la piazza, anche perchè forse dal Capitano si sarebbe aspettato, in questo 2022 di agonia, una qualche presa di posizione come il ruolo avrebbe, chissà, richiesto. Invece, il silenzio durante il campionato (ultimi virgolettati, una comparsata radiofonica a dicembre prima del derby) e anche dopo, rotto solo da dichiarazioni rilasciate al Carlino in polemica con la gestione tecnica di Antimo Martino, e una apparizione social per - legittimamente - chiedere di evitare illazioni su un eventuale impegno della sua famiglia in una eventuale nuova dirigenza Fortitudo.

Apparentemente poco avvezzo ad un ruolo di carismatico capitano poco-giocatore (ci sono esempi passati come Dan Gay, o anche recenti, casomai, in Vanuzzo e De Vecchi a Sassari: altra roba, altri caratteri), è chiaro che nessuno chiede a Mancinelli di smettere di giocare, magari a livelli più bassi o dove vorrà. E, una volta assodato che un suo eventuale futuro agonistico non sarà in Fortitudo, conta poco sapere se per lui ci potrà essere, oggi o domani, un ipotetico ruolo dirigenziale che ad oggi non sembra avere nè domanda nè offerta. E conta anche poco ricordare che le ultime apparizioni da giocatore di Mancinelli siano state fin troppo appesantite da situazioni fisiche e anagrafiche ineluttabili (5 sole presenze sul campo nell'ultima stagione, il 14 novembre la meno remota), atte forse a lasciare di lui un ricordo non del tutto azzeccato. Però sarebbe corretto un tributo a quello che, statistiche alla mano, è il recordman di presenze con la maglia Fortitudo - il numero esatto lo si potrebbe chiedere direttamente a lui, che ne ha tenuto un conto da far invidia allo storico statistico di Legabasket Luca Foresti - e il cui esordio risale a 21 anni fa.

Semplicemente, perchè il viscoso e controverso presente, così come gli attuali rapporti non idilliaci con parte della piazza, non devono far dimenticare un passato di grande passioni. Per come verrà ricordato nel futuro, seguirà dibattito.

( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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