Davide Raucci è stato intervistato su Stadio da Damiano Montanari.

Ecco le sue parole:

Rispetto agli altri miei compagni che hanno fatto il salto di categoria dalla serie B alla A2 ho dovuto fare uno sforzo doppio, dovendo anche imparare molto in fretta a giocare in un altro ruolo, quello di 3. Fortunatamente, grazie alle mie doti atletiche, sono riuscito a ritagliarmi uno spazio come difensore. Devo ringraziare lo staff tecnico, che un'ora e mezza ogni mattina ha lavorato con me per migliorare il mio tiro. Vandoni, che tre anni fa mi volle qui pensando che sarei stato utile. Boniciolli, per avermi fatto diventare un giocatore vero. E la Fortitudo, che ha dato una svolta alla mia carriera.

L'asticella si è alzata. Dovrò migliorare ancora. Nel nostro girone ci saranno più play americani, con un ottimo ball handling e una "taglia" fisica inferiore alla mia. Toccherà probabilmente a me marcarli, per cui faticherò il doppio. Dovrò consolidarmi in difesa e aumentare la mia pericolosità offensiva, acquisendo maggiore consapevolezza nei miei mezzi, crescendo nel pick n' roll, nel palleggio e nella gestione della palla. Devo diventare un esterno più forte.

Per trasformare il sogno in realtà. Arrivare in serie A con la Fortitudo e potere continuare a vestire questa maglia in categoria superiore sarebbe fantastico.

Con queste ambizioni Raucci ha lavorato duramente in ritiro a Lizzano, dove il gruppo ha iniziato a consolidarsi. Sta nascendo una Fortitudo con un livello tecnico superiore a quello dell'anno scorso. Non abbiamo ancora trovato l'alchimia perfetta che ci permetterà di superare i momenti difficili della stagione, ma è solo una questione di tempo.

Ci sono alcune certezze: la prima è Boniciolli. Lui è sempre carico, è la sua indole. Ma tutti, dallo staff al 14° giocatore del roster, sappiamo per quale obiettivo stiamo lavorando. A fronte di quanto abbiamo fatto l'anno scorso, siamo più consapevoli delle nostre qualità.

La concorrenza per salire di categoria è agguerrita. Ci sono roster molto importanti nel nostro girone. Penso a Treviso, a Verona, a Ferrara, che ha allestito una buona squadra. Poi sarà il campo a dare il verdetto definitivo. Mi aspetto una sorpresa, come siamo stati noi l'anno scorso.

E la Virtus? Va inserita nel gruppo delle squadre che possono lottare per il vertice. Meglio noi o loro? Noi. Abbiamo confermato lo zoccolo duro della squadra, conosciamo benissimo l'ambiente e l'allenatore e abbiamo ben presente quali sono i nostri pregi e i nostri difetti. E' un vantaggio rispetto ai roster assemblati a fine estate. Come roster la Virtus ha nomi di buon livello ed è allenata da un buon allenatore. Sicuramente farà bene. Ma nello scontro diretto vinceremo noi.

Raucci è ormai un bolognese d'adozione. E' il mio terzo anno qui. La città è a misura d'uomo, la giusta via di mezzo tra Torino - dove sono cresciuto - e Biella, dove ho abitato. In più c'è un pubblico incredibile. Quando sono arrivato qui tre anni fa in roster non c'erano Basile e Pozzecco ma io, Candi, Montano e poi Italiano. Non abbiamo mai sentito pressione, solo la gioia e l'onore di vestire questa maglia. I tifosi hanno assistito alla nostra maturazione: forse è per questo che ci sentono ancora più vicino a loro.

(foto Pierfrancesco Accardo Photography)

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