(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Una estate così tranquilla da sembrare quasi non essere Fortitudo, dopo anni nei quali, comunque, dei piselli da togliere da sotto il materasso ce ne erano sempre stati. Alla fine l'unico inghippo - grave, ma almeno stiamo parlando solo di panchina e non di altri sconquassi - è stato l'addio polemico con Caja, e se vogliamo un po' di tempo perso nella scelta del nuovo allenatore. Poi tutto è andato abbastanza liscio, con il mercato fatto in tempi abbastanza rapidi, le conferme di chi andava confermato e la ciliegina di Gabriel a chiudere il tutto. Ora rimane solo l'ufficializzazione dell'unico spot rimasto da coprire, ovvero il cambio di Freeman: tutti gli indizi portano verso Cusin, ed è pura lana caprina andare a decidere se sia per scelta o per obbligo. In giro non c'è molto, ma è anche vero che si tratta di un usato sicuro. Forse molto usato, ma che per quel che dovrà fare andrà bene.

Squadra quindi fatta, con pochi giocatori da scoprire e l'incognita del rientro di Aradori che potrebbe un attimo rallentare gli inizi. Poche scommesse, forse una anagrafe un po' troppo importante, ma anche una panchina più corposa rispetto a quella, di cui si parlò fin troppo, della passata stagione. Chiaro che i rischi sono altrove: capire quanto contasse davvero l'effetto Caja, quanto sarà in grado Gabriel di immergersi nella realtà per lui inedita della A2, le tante partite per un roster non giovanissimo. Ma anche tanto altro di cui essere contenti: pochi rischi, giocatori che non dovrebbero avere problemi nell'ambientarsi, e il solito entusiasmo della piazza. A due settimane dall'inizio del lavoro, lo stato dell'arte è questo.

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