ETERNEDILE - CENTRALE DEL LATTE BRESCIA 94-70
Il Paladozza ha fatto quello che doveva fare, e la Fortitudo arpiona gara 5 andando a tritare Brescia con una prova di devastazione totale e assoluta, specie in attacco, dove non si è centellato solo perché alla fine, ecco, si è preferito tenere qualcosa in frigo per venerdì. Festa grande per tutti, dominando come non era prevedibile visto il peso della partita, dando davvero l’impressione che, tra le mura amiche, si giocasse l’Eurolega anche con questo roster, ecco, non si farebbe peggio di chi in Europa c’è andato davvero. Poi chiaro, gara 2 di Treviso dimostra che le goleade non servono poi a tanto, e che venerdì si sarà 2-2 in serie, 0-0 sul tabellone, e in casa di chi appunto, in casa, nei playoff non ci ha mai perso. Però l’idea è che giocare in questo modo, si potesse esportare l’idea, ecco.. avete capito.
Inizio di sollucchero con tutto che va dentro, perfino una immonda tabellata di Raucci che, nel frattempo, gira attorno a Moss costringendolo a quintali di Xamamina. Così, mentre Brescia si limita a sperare nelle frecciate di Fernandez, pronti e via e si è già 22-13, con la continua ricerca del gioco interno che è una scommessa vinta e il punteggio che, al 10’, verga 25-19.
Un attimo di riposo per Fernandez, e Bologna scappa oltre i dieci punti di margine, continuando ad attaccare come se la palla, di fatto, andasse a canestro per telecinesi. Coach Diana ha di che lamentarsi per un 2+1 di Italiano arrivato forse oltre i 24”, ma il vantaggio bolognese è figlio, soprattutto, di gente che in campo, invasata, sembra poter fare ciò che vuole fino al 37-24 del 13’. Ce n’è di che ammazzare una generazione di buoi, con Fernandez che arriva al terzo fallo mentre Italiano infila ancora al 24” (stavolta senza dubbi) una tripla carpiata, e tra fischi creativi da una parte e dall’altra però, in campo, c’è solo la Fortitudo – al completo – contro singoli bresciani che devono ergersi a tamponi. Raucci contropieda il 52-37, se ne prende qualcuno di troppo ma non è che sia un problema, se a fine primo tempo il tabellone dice 56-43 (cinquantasei a quarantatre) con un irreale 65% al tiro complessivo.
Si continua a viaggiare con una semplicità offensiva che stona in maniera meravigliosa con l’importanza della posta in palio e tutto il resto: Candi rinvia l’ascolto dell’inevitabile Venditti della situazione – maturità dopo codesta nottata – per un triplone dall’angolo, Amoroso scherza con il pallone divertendosi come un matto, e si ventella (74-52 al 27’) contro una Brescia che pare Peppone dopo aver preso le sberle dal compagno federale. Ancora Amoroso, 79-57 al 30’.
E alla fine l’ultimo quarto sembra quasi venire incontro al pensiero dei cinquemila e passa sugli spalti, ovvero tenetene qualcuno anche per venerdì, corbezzoli, con la Fortitudo che gioca in scioltezza e Brescia che aspetta solo la misericordia del quarantesimo per tornare in doccia e meditare sulla tempesta che le è passata sopra. E ora tutti a Montichiari, presumibilmente dopo aver preso residenza in Liechtenstein.