VERBA MANENT

Boniciolli - Abbiamo giocato una partita di una consistenza mentale molto elevata, all’interno della quale paradossalmente sul +22 abbiamo sbagliato una tripla che avrebbe ucciso le loro speranze (e complimenti a Treviso che ha resistito fino all’ultimo) e tra una persa e un tecnico li abbiamo riportati a meno divario. Dobbiamo pensarci, perché più si alza il livello più le emozioni vanno gestite. Le squadre hanno speso energie, ma la repentina uscita per falli dei loro due americani può essere stata uno svantaggio nella gara odierna ma lunedì potrebbero essere più riposati. E’ stata una scelta non facile tenere fuori Candi dalle rotazioni, e comunque vada lunedì speriamo di andare avanti a lungo per cui non lo potevamo rischiare. Grazie a questo nostro calo Treviso ha giocato fino all’ultimo, seguita da un Moretti stellare, e per questo dobbiamo stare all’erta, consapevoli del fatto che siamo ad una partita, delle prossime due, dalla finale per andare in A1. Giocando metà stagione senza un americano, e metà playoff ancora senza un americano. E, al di là delle lamentele di un nostro grande tifoso, superando tutte le neopromosse. Ce la siamo conquistata con il lavoro quotidiano, il lavoro è nelle nostre mani e questo non capita spesso. Dall’operaio all’usciere, al pilota d’aereo e dal cardiochirurgo, è bello poter dipendere dal proprio lavoro, sapendo che affrontiamo una squadra che è capace di uscire da situazioni come queste, grazie ad un allenatore capace e giocatori di qualità. E non verranno qui a stendere tappeti rossi. Sorrentino? Sono contento per lui: ci sono ragazzini che per certi versi si sovrastimano, e altri veterani che continuano a porsi dubbi su loro stessi. Gennaro, appesantito da una vita personale in questo momento molto difficile, oggi ha dato l’ennesima risposta. Treviso qui la battemmo in regular con 20 punti suoi, e lo deve ricordare. Qualche giorno fa ho sentito in radio chiedere al nostro sponsor un commento su di me, ‘allenatore molto criticato’: bene, Sorrentino oggi ha fatto bene, Raucci in altre situazioni ha fatto solo 2 punti ma cancellato gli avversari. Poi oggi Daniel è tornato stellare, a prova che deve giocare e non pensare ai cambi, per cui siamo ad una vittoria dall’andare in A1, e non ci sono altre neopromosse. Lamma? Non ha lasciato l’agonismo, si è allenato duramente con il pugilato, perché non può abbandonare la competizione da un giorno all’altro, quindi paradossalmente è più pronto ora di quanto non lo fosse l’anno scorso. Ci ha messo un po’ a prendere il ritmo, in gara 1 non voleva entrare e io devo rispettarlo. Io sono un allenatore molto criticato, ma lui è una persona fondamentale di questa società. Non possiamo però pretendere qualcosa di più, oggi però eravamo in difficoltà e abbiamo dovuto chiedergli di giocare abbastanza. Però, e questo da allenatore mi fa piacere, questa squadra anche in emergenza sa dove andare. Ormai andiamo in automatico, anche in gare dove il tono agonistico rischia di mandarti fuori dai giri. Adesso tutte le nostre possibilità di vincere gara 4 e andare in finale davanti al nostro pubblico passano da questa considerazione: al 100% siamo una grandissima squadra, al 99% diventiamo ridicoli, sterili, non riusciamo a risolvere da soli e facciamo confusione. I valori su cui abbiamo basato il lavoro è la crescita tecnica e la concentrazione: ho allenato squadre che potevano vivere anche di talento, ma noi non ce la facciamo. Quindi grazie al pubblico, con un incitamento del genere rilassarsi e pensare ad altro non è possibile. Gli arbitri, qua e a Treviso? Io nell’arco della stagione ho spesso ricordato, magari preso in giro, di quando eravamo a Costa Volpino: quando anche fosse che per dei falli commessi l’arbitraggio inconsapevolmente ci ha portato a giocare alla pari, alla fine in equilibrio abbiamo vinto noi. Se poi per una flebile lamentela di Pillastrini le fischiate dovrebbero cambiare e dovessero vincere loro, stringeremo loro la mano.

Pillastrini - Mi viene da dire che dato che a loro ne mancavano due, gli arbitri ci hanno tolto Abbott e Powell. Ma non posso non notare come la Fortitudo abbia fatto tutto bene, per cui complimenti sinceri per la loro partita. Noi non siamo riusciti a tenere la nostra aggressività, siamo andati spesso in bonus prima di loro perché più fallosi, e comunque loro ci hanno messo in difficoltà più di quanto non siamo riusciti noi a mettere loro in difficoltà: è questo che deve cambiare. Non ci sono state grandi novità da un punto di vista del sistema di gioco, siamo squadre molto solide e stabili. Loro senza Candi hanno giocato con quintetti alti, la cosa ha aumentato la fisicità della partita e noi non siamo riusciti a sviluppare bene il nostro gioco. Anche se i nostri problemi sembrano nati dai problemi in attacco, questa cosa me la aspettavo quindi devo focalizzare su qualche concessione di troppo in difesa, come rimbalzi offensivi lasciati. Tante cose da aggiustare, lunedì saremo una squadra diversa. Il Paladozza? I problemi ce li ha dati la Fortitudo e ce li hanno dati i falli, il Paladozza è un campo corretto, si gioca lealmente: il pubblico è caldissimo come il nostro, mette pressione, ma se giochi bene vinci. Noi dobbiamo ritrovare i nostri punti di riferimento in campo e non lasciare che gli altri segnino canestri facili. Siamo con le spalle al muro, ma fa parte dei playoff. Noi siamo onorati di aver chiuso in testa la regular season, ma non abbiamo imparato a vincere in casa la prima delle serie playoff: ci è andata meglio con le gare 4 e 5, siamo poco esperti mentre loro hanno giocatori come Carraretto e Amoroso che di esperienza ne hanno tanta.

Sorrentino - La prima cosa che mi viene da dire è che siamo una grande squadra e un grande gruppo, in ogni difficoltà ognuno mette il proprio mattoncino per fare bene e portare a casa il risultato. Oggi eravamo ancora più del solito in emergenza, ma abbiamo vinto: io sono andato bene, ma quel che importa è essere 2-1 nella serie. I compagni mi hanno aiutato a fare bene, io ho aiutato loro, ognuno ha dato il suo. Non è stata una stagione facile, siamo stati altalenanti, ma qui non c’è nessun protagonista singolo, con il tempo ognuno può trovare il suo momento senza che ci siano colonne portanti. Io c’ero sei anni fa, qui, ero in Fossa quando abbiamo vinto il primo scudetto, ero qua dopo le sconfitte con Cento e Costa Volpino: è quasi un sogno essere vicini alla A1 con la squadra del mio cuore, io ci sono stato e spero di esserci sempre, anche in futuro. Fedeltà? Penso di aver dimostrato di esserlo. Io animale da playoff? Mi piace quando ci sono certi climi, mi piacciono situazioni particolari, e quando entro in campo un po’ mi emoziono, perché mi piace la guerra. Sono un giocatore da cazzimma e fotta, venir fuori in queste partite non è sempre un caso. Il mio è un ruolo particolare, sono un play, devo prima di tutto far giocare la squadra e questo deve essere l’obiettivo primario. Poi se la partita viene piano piano verso di me è anche questione di carattere e di striscia, ma non avendo protagonisti unici devo guardare i compagni. Se poi devo accendermi vado a nozze. La caduta finale? Crampi, mai avuti così forti, sarà l’età. Però ora dobbiamo recuperare energie.


(Photo by Fabio Pozzati / Iguana Press / Fortitudo Pallacanestro Bologna)
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