ETTORE MESSINA: UN'ITALIA PIU' CINICA PER ANDARE ALLE OLIMPIADI
Il nuovo CT della Nazionale Ettore Messina è stato intervistato da Andrea Barocci sul Corriere dello Sport.
Ecco le sue parole.
Messina, perché ha detto sì? Perché è una situazione particolare, nella quale penso di poter dare una piccola mano. Mi ricorda quella che trovai quando a Treviso, in una Benetton che aveva appena vinto uno scudetto con D'Antoni in panchina: c'erano una società e una squadra molto forti. Io dissi che volevo aiutare i giocatori ad essere più solidi, senza dipendere troppo dalla percentuali. Pittis, Edney, Marconato mi permisero di farlo: non introdussi nulla di innovativo, si trattò solo di integrare con alcune mie idee quello che già facevano bene prima. Ecco, se in Nazionale la disponibilità sarà reciproca, il premio sarà enorme per tutti: partecipare alle Olimpiadi.
Ha visto gli Europei: che idea si è fatto dell'Italia? L'aspetto più importante è l'avere avuto la conferma che è un gruppo solido, coeso, dal punto di vista umano. E questo per me è fondamentale, prima ancora degli schemi. Inoltre ho visto giocatori di talento.
Valerio Bianchini, ex et azzurro, sostiene che Pianigiani era riuscito nella saldatura psicologica tra i giocatori NBA e quelli del nostro campionato, però non in quella tecnica. Il Vate dice che lei saprà farlo perché conosce i due opposti linguaggi tecnici del basket. Sarà cosi? Non so se esiste questa divisione in Nazionale. Stiamo comunque parlando di due mondi diversi di intendere la pallacanestro per ritmi, soluzioni, abitudini: se saprò prendere il buono dell'uno e dell'altro, potremo far bene.
Secondo molti, Belinelli negli ultimi due Europei è stato un giocatore condizionante nel bene e nel male per le sue scelte di tiro fuori dal sistema: lei è d'accordo? Io ricordo nella NBA un Belinelli molto accorto e migliorato nelle letture di gioco. Sono riuscito a seguire a tratti gli Europei, comunque sono sicuro che rivedremo quel Marco in maglia azzurra.
Lei è vice di Popovich: San Antonio non vorrà certo lasciarla andare prima della fine dei playoff NBA. E il preolimpico inizia il 5 giugno... Certo che no. Rimarrò con gli Spurs sino a quando saremo in gioco, speriamo il più tardi possibile. Poi prenderò il primo aereo e volerò in Italia. Avremo comunque 15 giorni per far quadrare il cerchio. In ogni caso, io storicamente do il meglio di me quando i giocatori mi devono sopportareper poco tempo... Negli ultimi anni nella NBÀ ho visto che Popovich prepara la stagione con un training camp di soli dieci giorni. Ecco perché sono riuscito a migliorare la mia capacità di sintesi.
Chi saranno i suoi assistenti? Prima voglio parlare con lo staff esistente, perché non ha senso pensare subito a delle rivoluzioni.
Che Italia sarà la sua? Non lo so, lo scopriremo. Mi piacerebbe che avesse la versatilità e l'imprevedibilità degli ultimi Europei, solo più cinica. Che tipo di contratto ho con la Fip? Non un contratto, ma un accordo sulla parola fino alla fine dei Giochi.
Quando la vedremo finalmente head coach di una squadra NBA, magari a San Antonio dopo l'uscita di scena Popovich? Vivo alla giornata. Mio figlio e tutta la mia famiglia si trova bene negli USA, io mi trovo benissimo con gli Spurs: spero che duri.