Rispetto a Sassari, che ha una rotazione solida ma non particolarmente lunga (otto effettivi), la Virtus sarebbe più profonda, almeno in teoria. Invece nel big match di ieri non è stato così, in parte per sfortuna - l’infortunio di Gaines - in parte per la scelta tecnica di tenere a sedere Hunter per un Delia decisamente sottotono.
Ma la differenza l’ha fatta soprattutto l’intensità. I padroni di casa hanno messo in campo molta più energia, mentre molti virtussini sono apparsi scarichi. Si è visto dalla partenza, con un handicap iniziale che ormai sta diventando una pericolosa consuetudine, e si è visto ogni volta che la Virtus ha provato a recuperare, venendo sempre respinta. Teodosic ha fatto ancora una volta una partita straordinaria (22 e 10 assist) arrivando stanchissimo nel finale, ma ha predicato nel deserto. Gli italiani hanno fatto il loro, e anche di più (a parte Ricci, che ha avuto subito problemi di falli), ma gli altri stranieri sono mancati praticamente tutti, da Weems - che ha sofferto parecchio Pierre - a Gamble, arrivando soprattutto a Markovic e al già citato Delia. Aggiungendo a questo il fatto i due migliori giocatori di Sassari (Evans e Pierre) sono per caratteristiche tecniche difficili da arginare dalla difesa bianconera, ben difficilmente questa partita si poteva vincere. I bianconeri comunque ci hanno provato finchè hanno potuto, rientrando dal -16 al -4, ma negli ultimi minuti si è spenta la luce e Sassari ha dilagato, chiudendo con un +14 che in ottica doppio confronto è un passivo importante.

In classifica comunque la Virtus è ancora prima, anche se il vantaggio sui sardi si è ridotto a una sola partita, e a due su Milano.
Ovviamente, la brutta serata va archiviata subito, anche perchè tra tre giorni c’è il derby da giocare, sperando che Gaines sia recuperabile. Di certo però si è capito ancora una volta perchè la società sia sul mercato, proprio per evitare che basti un infortunio per rendere la coperta (degli esterni, almeno) decisamente corta come ieri.

(foto Legabasket)

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