Immaginate di essere un tennista, alla finale di Wimbledon. Avete vinto il primo set 6-0, il secondo 6-1 e anche il terzo, 6-1, dopo aver sbagliato un match point (facciamo la gara interna con Montegranaro, per capirci). Quindi siete felici e contenti, vi hanno già premiato con il piattone canonico e avete già brindato. Poi però vi dicono che, per motivi puramente televisivi e platonici, dovete giocare un altro set perché il contratto prevedeva almeno due ore di diretta e voi avete chiuso la questione in un’ora scarsa. Ecco, voi questo altro set lo giocate, ma ci sta che non siate, diciamo, affamati e feroci. E magari lo perdete 7-5, senza che però nulla cambi. Questa è la Fortitudo odierna, che ha già chiuso la sua pratica, che magari avrà un po’ più fame nella altrettanto platonica finale con chi vincerà a Ovest, ma che nulla ha più da chiedere alla stagione.

Qualcuno ha paragonato il tracollo di Cagliari con la trasferta burla della Juventus a Ferrara, ma le differenze ci sono eccome: intanto, a Cagliari non hanno giocato i bambini (se proprio si doveva, allora Martino avrebbe potuto dare un contentino a noi giornalai), e questo dice tutto, o quasi. Poi, in questo momento la F ha rotazioni limitatissime, tra traumi – Sgorbati, sfortunello, proprio quando avrebbe avuto spazio – e magari tante cose latenti che sono sbucate fuori, oggi che la tensione per l’obiettivo è scesa. E allora, pur mugugnando per le due sconfitte filate, la domanda è una sola: tra 20 giorni, ci ricorderemo della promozione eccetera, o della doppia Forlì-Cagliari? Tutto qua.

Roseto, quindi. Impressionante, la rincorsa degli abruzzesi che a fine girone d’andata erano in piena lotta per non retrocedere (5-10), e girando clamorosamente il trend sono riusciti a fare 10-4 (come la Fortitudo, per intenderci) nel ritorno grazie soprattutto all’aver reso fortino la propria casa e facendo sacco di Jesi e Forlì. Quindi, favola a lieto fine dopo essere stati anche criticati pesantemente (vedi in trasferta, a Cagliari, quando il giudice sportivo rilevò insulti dei tifosi ai propri giocatori), e playoff raggiunto in pompa magna. Coach D’Arcangeli ha visto crescere la propria truppa, arroccata attorno all’asse play pivot Person-Sherrod (18 di media il primo, 15+8 il secondo) e il resto dei giocatori: l’ala Akele (13 punti), in primis, e la gioventù attorno.

Si giocherà dopo la Marsigliese: visti i commenti sui social alla decisione presa ai piani alti, il commento parrebbe essere quello con cui i Trettrè, anni fa, chiudevano i loro sketch. Fate vobis.

( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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