Attilio Caja, "Non mi mi accontento. Bravi giocatori e staff a sopportarmi"
Attilio Caja è stato sentito da Enrico Schiavina per il Corriere di Bologna. Un estratto dell'intervista.
L'ambiente
Un po' me l'aspettavo ma l'entusiasmo che si respira è gratificante. Chiaro che i risultati aiutano, ma l'ambiente da noi è unico. Dopo 32 anni di carriera una vittoria in più o in meno non dovrebbe spostarmi granché, invece quando perdo mi incavolo parecchio, pensando a quelli che vengono a vederci a Nardò, o a Vigevano alle 9 di sera. La qualità della vita si vede che è alta anche se non vivo molto la città, stadio a parte esco poco, ma mi colpiscono le tante facce contente che vedo in giro, di tutte le età, appena si parla di basket
Obiettivi
Lo dissi chiaro il primo in giorno in Furla, era ancora agosto: partiamo da zero, cerchiamo di fare i playoff e di divertirci. E fin qui ci siamo già, poi non è che per questo mi accontento, al contrario spingo più che posso. Bravi i miei giocatori e il mio staff, che mi sopportano ancora
Aspettative
Distinguiamo: una cosa sono i tifosi, che hanno tutto il diritto di sognare la Serie A, sono un tifoso anch'io e li capisco, un'altra chi analizza per mestiere. Hanno scritto che Caja quando perde parla di mercato, ma non è vero, anzi è scorretto. In pubblico ne ho parlato solo una volta, mesi fa, dopo una larga vittoria. Cosa si dovrebbe fare per migliorare la squadra io l'ho già detto alla società
Mercato
I termini quest'anno scadono molto prima e non vedo in A nessuno che smobiliti a fine marzo. Il mercato è strano, oggi c'è un giocatore e domani non c'è più, le squadre in caccia sono tante, e io per mia fortuna ho ben poca esperienza di A2. Ma una cosa la so: i playoff, con tre-quattro partite a settimana, sono un mondo a parte
Futuro
Il mio orizzonte è la partita con Rieti, che non è per niente scontata. E l'anno prossimo vedremo dove saremo. Io spero ancora qui, per continuare a godermela. E magari a Bologna certe serate potrei passarle con la Champions, ma dal vivo…