Sergio Scariolo è stato sentito da Paolo Bartezzaghi per la Gazzetta dello Sport. Un estratto dell'intervista.

"Da agosto la Virtus è in fase di transizione con porte girevoli e giocatori che entrano ed escono. L'arrivo di Hackett e Shengelia puntella il gruppo con esperienza, mestiere, forza mentale, maturità, elementi che di partenza la squadra non aveva a questi livelli. E poi senza Udoh e Abass si sono persi subito due pilastri difensivi.
Hackett ha esperienza di grande squadra, maturità, capacità di prendere decisioni assennate in attacco senza essere James Harden. Rinforza la squadra in aspetti in cui era deficitaria. Queste qualità sono riconosciute dal gruppo che gli ha riservato un'ottima accoglienza.
Shengelia? Siamo stati più di tre mesi senza l'ala forte titolare. Un ragazzo in crescita come Alibegovic ha fatto del suo meglio e a volte anche bene. Toko ha giocato e dimostrato di essere di alto livello. E credo che possa giocare minuti di qualità anche da centro: ha stazza, forza e mestiere per farlo.
L'Eurocup? Dove il livello è più alto, abbiamo pagato la costante menomazione e il fatto di partire con 12 giocatori. È stata una scelta nata da un mio errore di valutazione. Non ero un tifoso dei lunghi roster. Ho imparato mio malgrado perché le grandi squadre hanno 16-18 giocatori: per mettersi al riparo da problemi.
Abass? Tempi ancora lunghi. Non vanno presi rischi stupidi. La priorità è il recupero totale di un giocatore importante anche per il futuro della Virtus.
Mannion? È uno dei nostri play dietro ai titolari Pajola e Hackett. Dovrà essere pronto ad approfittare delle opportunità anche in un altro ruolo. È un ragazzo di 20 anni su cui c'è stata una fretta anormale e subnormale, da parvenu. Come dicono i latini: Natura non facit saltus. Ho grande fiducia in lui a medio termine"


(foto Virtus Pallacanestro)

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