Le parole di Antimo Martino alla vigilia della gara con Ferrara.

“E’ stata una settimana particolare, è chiaro che subito dopo la partita di Cento, visto anche il risultato di Montegranaro, si è iniziata a respirare una tangibile atmosfera particolare, anche se abbiamo cercato in tutti i modi di isolarci. Non era possibile riuscirci alla perfezione, ma siamo arrivati a questa partita. Ho letto che storicamente la Fortitudo ha vissuto i propri giorni di festa lontano dal Paladozza, ma noi abbiamo lavorato per vincerla qui, sarebbe il giusto premio per i miei ragazzi. La società è stata brava, lo staff anche, ma in campo ci vanno i giocatori ed è giusto che siano loro, tutti, i protagonisti, perché sono loro che hanno contribuito a creare quel qualcosa di speciale. Abbiamo ancora una partita da vincere, comunque: Ferrara sta facendo bene, è solida, ha giocatori esperti, sappiamo che forse Campbell potrebbe non giocarci ma noi l’abbiamo preparata considerandolo in campo per non correre rischi. Con tutto il rispetto per Ferrara, siamo concentrati e vogliamo chiudere il nostro percorso”

Hai cambiato idea sul fatto che domani possa essere la partita più importante della tua carriera? “In caso di vittoria sarà la più emozionante, ma usando il condizionale domani sarà la fine di un lavoro costruito giornata per giornata. La regolarità è importante, e per quel che mi riguarda le certezze, convinzioni e valori sono cose che abbiamo dimostrato in corso d’opera”

Quali reali difficoltà presenta, oltre alle emozioni, la gara di domani? “Ferrara ha tre giocatori importanti, Campbell, Swann e Fantoni, ha altri che possono dare una mano e diventare protagonisti. Ma ripeto, con tutto il rispetto, non ci sono situazioni che mi preoccupano: abbiamo qualità per superare eventuali sorprese tattiche, non farci condizionare da quello che ci sarà intorno, e partire dal presupposto che ci sarà festa solo in caso di vittoria”

La tua squadra ha tanti giocatori importanti, come sei riuscito a tenerli calmi, compatti, senza gelosie? “La bravura è stata l’essere chiaro fin dall’inizio, e di leggere quello che la squadra dava parlando di equilibri interni. Sono state create regole intelligenti, senza imporre ma coinvolgendo, e restando in un sistema di gioco fissato. I giocatori carismatici non sono stati limitati ma hanno capito l’importanza della condivisione, e comunque sono tutte ottime persone. In questo ambiente è facile creare qualcosa di buono e di sincero. Ma è stato importante anche fare capire che tutti i giocatori, anche quelli meno utilizzati, avevano un loro ruolo, e grazie a questo gente come Venuto e Benevelli si è erta protagonista quando c’è stato bisogno”

Sul piano personale, che effetto ti fa essere forse l’unico sano in una gabbia di matti come quella odierna, con tutta questa attesa? “Devo gestire le emozioni. In città c’è tanta passione, io devo trasmettere tranquillità alla squadra. Sono giorni speciali, vivo una felicità pazzesca, una escalation di emozioni anche nei miei confronti: siamo passati dagli in bocca al lupo, alla richiesta di fare bene, alla richiesta di andare in serie A, alla gente che ora si ferma davanti al semaforo verde per salutarmi o abbracciarmi. Mi auguro di dare una gioia che è chiusa da tanti anni”

Il rapporto umano è stato molto importante. “I giocatori esperti mi hanno dato tanto. Io cerco sempre di prendere tanto da loro, ma anche dallo staff. Quando tra persone c’è rispetto e stima ci possono anche essere degli scontri, questo è normale, ma quello che conta è la trasparenza e l’onestà. Io posso sembrare tranquillo e sereno, ma se devo battermi per qualcosa di cui sono convinto lo faccio con tutti. Ma raramente ci sono state situazioni delicate: questi giocatori mi hanno dato tanto”

Tu come vivrai il pregara? “In generale sono sempre molto sereno, di solito fatico a dormire dopo le partite. Non ho grosse ritualità, arriverò a piedi magari percorrendo lo stesso marciapiede e attraversando sempre nello stesso posto. Parlerò alla squadra, metterò la camicia ma nulla di clamoroso. Sono scaramantico, ma da quando sono diventato capo allenatore ho cercato di ridurre le mie ritualità per non impazzire e avere troppe cose a cui badare.”

Dal punto di vista fisico la squadra come sta? “Bene, nulla di particolare. Qualche infiammazione ma cose che possono starci. Si sono tutti allenati, abbiamo lavorato bene tranne Sgorbati che starà fermo e mi dispiace perché avrebbe meritato anche lui del campo”

Domani cosa potrebbe essere maggiormente determinante? “No. Tutti vorranno dare il massimo, fare bene, perché sarà una giornata importante per tutti. C’è chi potrebbe essere alla prima promozione, c’è chi lo ha già vissuto ma sa che qui sarebbe speciale. E in partita ci sarà una alternanza di protagonisti, come sempre successo. Vorrei una vittoria di squadra, coinvolgendo tutti.”


Il video grazie a Sportpress.



 

 


( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )
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