Matteo Boniciolli ha tracciato il bilancio della stagione appena conclusa, intervistato da Repubblica e dal Corriere di Bologna.
Ecco un estratto delle parole del coach della Fortitudo

C'è delusione, ma anche consapevolezza di aver riportato la Fortitudo in alto. Per il futuro la società mi indicherà gli obiettivi e lavorerò per raggiungerli, ma la mia idea ce l'ho.

Sull'umore a fine stagione. Valutando i due anni e mezzo, è positivo, abbiamo assestato la Fortitudo ad alto livello, e chi lo fa prima o dopo vince. Accadrà pure qui. E' comunque inevitabile, prima o poi la Fortitudo tornerà in serie A.
La partita invece è deludente, l'abbiamo persa due volte, iniziando totalmente senza personalità, come gara5 a Brescia, e poi ancora sul -6 con cose di un'ingenuità tremenda. Una caratteristica di tutto l'anno, momenti di grande qualità e altri di assenza totale. Dopo la serie con Treviso credevo che la malattia fosse stata curata e invece s'è ripresentata. Una partita che è la sintesi della stagione, posto che tra dieci giorni una delle finaliste avrà raccolto quanto noi e su questo il legislatore deve riflettere.


Sulla delusione da parte di qualcuno. Della squadra nel suo complesso, nell'approccio. Una squadra che non segna dal campo per 12 minuti e subisce qualsiasi iniziativa ha limiti di personalità. Ho provato a limarne i difetti, ma sono tornati. Una sconfitta dolorosa però non cancella quello che il gruppo e i veterani hanno dato in questo triennio.

Sulla sfortuna nei playoff. Cinciarini non si allenava da 10 giorni e aveva bisogno del riscaldamento prepartita come il pane, col medico a fargli un'infiltrazione di antidolorifico in anticipo per farlo riscaldare da subito. Giovedì, con l'incendio al pullman e il traffico rallentato, il medico è arrivato alle 20.14 e ha fatto l'infiltrazione alle 20.15, e Daniele ha potuto riscaldarsi solo per tre minuti. Il primo anno Flowers salta i playoff, il secondo il nostro rinforzo salta il riscaldamento per un incidente stradale, magari l'anno prossimo non succede niente e si va in A1.

Sul futuro. La settimana prossima mi vedrò con Pavani e Muratori, che ringrazio perchè non mi ha lasciato solo nella sconfitta e mi ha cercato per ringraziarmi. Sarà la società a decidere la linea, budget e obiettivi, io sono quello che deve raggiungerli. Se chiederanno la mia opinione, è che - come era giusto dare una seconda chanche al nucleo storico dopo la finale persa - è equo ora che alcuni di quei giocatori vadano a misurare altrove la loro crescita. Questo zoccolo duro, pur non fortunato, ha dimostrato incredibile attaccamento ai colori, ha superato i suoi limiti. Ma è chiaro anche che non ha vinto.
Ancora non è chiarissimo come saranno le formule dei prossimi anni. Il numero delle promozioni cambia moltissimo le cose. La società dovrà dirmi se punta a vincere subito, sapendo che anche l'anno prossimo con una promozione sola sarà difficilissimo, e magari tra due anni con tre promozioni sarà invece più facile. Io condividerò la scelta del club, qualsiasi essa sia.


Sulla sfida contro Trieste. Non è stato semplice. E' stato come giocare contro il mio passato. Però il trattmento che mi ha riservato buona parte del pubblico triestino ha rovinato quell'emozione. Osservando conoscenti che mi insultavano, trattenuti dal servizio d'ordine, ho scoperto un lato della mia città che non conoscevo.

Sulla finale. Credo che non la guarderò. Mi infastidisce pensare che potevamo esserci noi.

(foto di Fabio Pozzati)

FORTITUDO, SI RIPARTE DA BONICIOLLI, MANCINELLI, CINCIARINI E GANDINI
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