Sasha Danilovic è stato sentito da Andrea Tosi per la Gazzetta. Un estratto dell'intervista.

"Quando arrivai a Bologna ero preparato all'ambiente del derby cittadino e delle sue rivalità, perché avevo vissuto quelli di Belgrado tra Partizan e Stella Rossa, ma non immaginavo che fosse così sentito e partecipato da tutta la città. In questo Bologna superava Belgrado. Ho capito subito che era una partita speciale, diversa dalle altre, nelle quale tanti tifosi riponevano le aspettative di una stagione. All'inizio quell'atmosfera mi piaceva, mi stimolava. Ma alla lunga è diventata stressante, si parlava e si scriveva troppo del derby, molte volte a sproposito. Scusate ma devo dirlo: anche la stampa aveva le sue colpe. Tutto veniva ingigantito. Ricordo la questione della famosa Eurorissa nei playoff di Eurolega 1998. Ma quale rissa? Sono volati pugni? Qualcuno si è fatto male? Riguardatevi il filmato: tanta confusione, qualche spinta, qualche vaffa... tutto lì. Sul finire della carriera ero saturo, lo stesso vale per Carlton Myers. Ne abbiamo parlato spesso: non era più il derby che piaceva a noi.
Il ritorno del derby? Sono contento, il fatto che ritorni è un segnale vitale per tutto il basket italiano. Io parlavo del clima attorno, non dell'evento sportivo. Quello rimane e fa parte della storia. Non si può immaginare la Serie A senza il derby Virtus-Fortitudo. lo ne ho vissuti tanti, tutti diversi. Ne ho più vinti che persi, perciò considero il derby una parte importante e positiva della mia carriera.
Io e Myers? Intanto io e Carlton non siamo mai stati nemici. Rivali sì, ma solo in termini sportivi. Su di noi è stata fatta molta letteratura. Ci siamo sempre rispettati e nel tempo abbiamo condiviso un'amicizia che dura tuttora. Tra giocatori di alto livello esiste sempre un feeling a pelle. Così è stato tra noi.
Ripenso al tiro da 4? Qualche volta sì. Ma più spesso mi capita di incrociare persone che mi chiedono di quel tiro. Sui social è ancora oggi un argomento di discussione, dovrei chiedere le royalty per quel gesto. Ogni tanto mi capita di parlarne con mio figlio che gioca a basket e ne capisce. Ma le immagini superano le parole: lui va su Youtube così non devo spiegargli nulla. È il segno dei tempi.
Pronostico? «Ovviamente farò un grande tifo per la Virtus e mi fermo qui. Un pronostico a volte può diventare una gufata, perciò preferisco evitare"

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