La carrozza torna zucca all’ultima fermata, Cenerentola esce dal ballo lasciando che il principe, stavolta, sposi una delle sue rivali. La Fortitudo si interrompe sul più bello, e sarà nei commenti del post partita ricordare che l’impresa eroica era già stata fatta, arrivando fino a 40’ dalla promozione con una squadra neopromossa e senza un americano. Peccato, comunque, in una serata dove Brescia gioca come Bologna 3 giorni fa; tanti canestri da 3 prima, poi gestione senza particolari problemi dopo, andando poi ad allargare il divario in modo forse giusto per quanto visto oggi sul campo, ma immeritato per la storia della serie e, forse, di tutto il campionato. Scalcinata dall’arco e mai capace di trovare vertici offensivi, la Fortitudo si è persa per strada anche in difesa, concedendo di troppo sulle palle vaganti eccetera. Di fatto, come se la pellicola del film si fosse interrotta alla sirena di gara 4. Ma vai a lamentarti, di questi giocatori.

Al pronti e via, se la prima novità è la presenza dei bolognesi sugli spalti, l’altra è l’assenza della Fortitudo dal campo: fretta e confusione davanti, svarioni dietro, e Brescia ha tutto lo spazio del mondo per mettere 4 triple di fila e volare fino al 18-5. Boniciolli ruota i suoi, e prova una zona che non è che faccia poi miracoli diretti (gli spazi per fare gol vengono comunque concessi) ma piuttosto indiretti, perché gli avversari cominciano a ciccar di tutto, permettendo alle scorribande di Sorrentino di accorciare un minimo le distanze. Poca roba, perché Hollis si sblocca sulla sirena, 5-0 di parziale personale, e 25-13 Brescia al 10’.

Bologna continua ad attaccare improvvisando nella più totale delle nebbie, ma i problemi sono soprattutto difensivi perché Brescia regalerà qualcosa negli appoggi a canestro, ma ributta da 3 tutto quello che aveva preso martedì (compresa tabellata immonda di Bushati) e, comunque sia, non c’è palla vagante che non venga arpionata da mani casalinghe. Inevitabile quindi il ventello (37-17 al 15’), che non trascende perché i padroni di casa dalla lunetta regalano come nemmeno un Babbo Natale dagli equinozi e solstizi confusi. La prima tripla fortitudina della partita arriva da Campogrande al 19’, ed è la base di un minirecupero fatto di Brescia già mentalmente all’intervallo e di 4 liberi di Daniel, due di tabella, che accorciano il tutto a 45-33. Per quanto visto, un affarone.

La fiammata bolognese continua, perché si fa subito -8 e, in seguito, Daniel arriva fino al ferro per vedersi sputar via il possibile -7. Ma l’attacco continua a fare una fatica allucinante, con esterni che non aprono il campo e, sotto, Daniel che viene anticipato ad ogni passaggio. Così, tradita da Amoroso e non solo, Bologna non può tenere a zero Brescia dietro, e tra qualche libero e l’ennesima tripla di Bushati il recupero diventa un ricordo antico, con il divario che torna quello di un tempo, fino al 64-43 del 30’.

Ormai sfilacciata, la Fortitudo non ha più la forza di fare altro, restando sempre sotto i venti punti di divario e limitandosi, ahinoi, ad accompagnare Brescia fino all’ultima azione della gara e alla promozione altrui. Bocciata in gara 5, ma promossa per tutto quanto fatto in undici mesi e mezzo, praticamente, di lavoro. Niente da dire, solo applausi, con lo spettacolo delle squadre che si salutano e si abbracciano, complimentandosi tra di loro, già a 2 minuti dalla fine. Brava Brescia, bravissima Bologna, ma in A ci va chi mancava, in massima serie, dal 1988. Complimenti.

LA PRESENTAZIONE DELL'IMPERIAL BASKETBALL CITY TOURNAMENT
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE