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(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Stefano Tedeschi è stato ospite di Vitamina Effe su Nettuno Bologna Uno.

Caja ha alzato l'asticella, ha detto che punta al primo posto. “Dal primo posto si è sempre in tempo a calare… Abbiamo sempre puntato a questo dall'inizio, ma per tante cose siamo partiti con difficoltà. Ci sono stati 6 interventi chirurgici in poco tempo, non dimentichiamolo, e il 2025 era partito con altri problemi di Menalo. Ora speriamo, con la Candelora, di essere fuori anche da queste situazioni e di potercela giocare con le forze che abbiamo”

Di chi è il merito di questi recenti risultati? “Non dimentichiamo che noi abbiamo tenuto buona parte dei giocatori dello scorso anno, a parte Ogden che ha voluto andare via ed è stato sostituito da Gabriel. Abbiamo rinforzato la squadra con Mian, Sabatini, Battistini, Cusin, mi sembra di poter dire che partivamo con l'idea di aver migliorato una squadra già forte e che era stata vincitore morale della passata stagione. Aspettative alte, poi una serie di problematiche non ci hanno dato i risultati che speravamo. Sappiamo poi chi sia Caja, la squadra ha trovato l'equilibrio nonostante pure lui sia partito con infortuni, in un gruppo14 senior con Giuri e Giordano che sono andati via da poco. L'allenatore ha dato identità alla squadra, incrociamo le dita di non avere altri problemi sanitari e ce la giocheremo con le altre avversarie che si staccano dalle altre come qualità. Stiamo cominciando a mettere a posto i tasselli, grande merito ad Attilio che ha recuperato una situazione un po' persa”

La missione della società quale è? “La stessa dell'allenatore. Si va in campo per vincere, l'obiettivo ce lo avevamo anche l'anno scorso, quando non riuscimmo a fare mercato per vari motivi tra chi si tirò indietro e altri che non facevano la differenza. Non avevamo giocatori di livello tutto uguale e abbiamo aspettato la crescita dei giovani. Nonostante questo, siamo arrivati vicino alla promozione. Faccio presente che tra A1 e A2 ormai non ci sono più tante differenze economiche, i costi in A2 non sono tanto inferiori e questo va detto. Non ci sono problemi, l'obiettivo è quello, e si deve competere anche con la sfortuna. Chi poteva immaginare l'infortunio di Aradori, l'anno scorso? E Ogden che ha tirato giù una porta? Davanti a queste cose non si può fare nulla, ma nessuno va in campo per perdere, a me non piaceva perdere nemmeno a biliardino”

C'è un ottimo rapporto con il pubblico. “La Fortitudo è una fede. Nel passato si sono viste le differenze tra la Fortitudo e centinaia di altre squadre, di calcio e di basket, che alla prima sconfitta hanno tifosi che mugugnano e non seguono più. La nostra realtà è diversa, c'è stato anche il tempo in cui la Fossa voleva iscrivere una propria squadra perchè sentiva forte questa identità con la Effe e con l'Aquila. Abbiamo un pubblico che ha una condotta per cui preferisce amare la propria squadra e non va a fare a botte. E che poi ti ringrazia, quando in realtà dovremmo essere noi a ringraziare i tifosi. Io vedo impianti grandissimi con pochi abbonati, a parte forse Udine e Forlì, e ti rendi conto di quale sia la differenza. E di come il valore della Fortitudo sia in un pubblico che non ha nessuno, e che si comporta in una certa maniera. Ricordiamo la partita con Trapani, come si è comportata la gente malgrado la sconfitta e tutte le polemiche attorno?”

Udine è raggiungibile? “Se continuiamo in questo modo nulla è precluso. Abbiamo recuperato tanto, c'è ancora un bel numero di partite davanti, dovrebbe andare tutto in un certo modo ma ormai ci siamo messi a posto. A Brindisi abbiamo una bella sfida, ma il campionato è ancor lungo e ci sono tanti punti in palio. Non ci sono marziani, ma squadre forti che possono avere le proprie problematiche. Stiamo anche lentamente recuperando Gabriel e Sabatini, un po' di continuità la stiamo dando, esterni con buona mano, tutte cose che ci portano ad essere ottimisti benchè con i piedi per terra. E se non arriveremo primi saremo, nei playoff, un avversario scomodo. Ma ricordo, sono campionati difficili con avversarie forti. Se vinceremo saremo ancora più contenti perchè, vista la partenza, sarebbe una bella impresa”

Bologna rimane una bella piazza dove far sport."Ripeto i ragionamenti fatti al bar di fronte all'Outlet di Fidenza con Caja. Per lui tornare a Bologna era la prima opzione, ma la gente non regala niente: applaude perchè ha visto quello che voleva, e non può essere sempre un caso. La finale dell'anno scorso, la rimonta di quest'anno, il condottiero è quello. E mi fa piacere perchè si è visto che abbiamo fatto la scelta giusta, cosa non scontata. Con il pubblico che glielo riconosce: come lavora lui, come prepara le partite e i giocatori, lo fanno in pochi"

Quindi, la strada è quella giusta o serve qualcosa in più? “Qualcosa può servire sempre, questi anni ci hanno dato esperienza. Siamo pronti per la serie A, è chiaro che nessuno vuole andarci per poi lottare per non retrocedere. L'obiettivo rimane quello di essere ancora più forti, io non penso di restare qui 20 anni ma voglio portare la società ad un livello per reggere la serie A da protagonista. Non lo merita il pubblico - anche se è rimasto vicino sempre - e non dimentichiamo che vogliamo tornare a giocare il derby. Sarebbe folle pensare che si vada avanti con il freno a mano: la struttura è solida, ci sono 8 soci, poi se arrivasse uno come Armani… Io non sono qui per egoismo, quando mi sono dimesso l'avevo fatto davanti ad una situazione non positiva, e ripeto di voler portare la Fortitudo a livelli per cui nulla sia precluso”

 

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