Massimo Zanetti è stato sentito da Agnese Pini del Carlino Bologna. Un estratto dell'intervista.

"Io ho la mia età, non sono mica eterno. E allora sapete che vi dico? Che se non lo facciamo qui il palazzetto, qui alla Fiera di Bologna, perché non si vuole o non si può fare, allora valuteremo un progetto per realizzarlo a Castel San Pietro. Con Carlo Gherardi ci stiamo riflettendo. Sono un uomo paziente, e prudente. Sul progetto in Fiera ho investito molto, tutto. Mettiamola così: ho pronta una soluzione alternativa.
Tempi giusti, non brevi. Espatriare? beh, in fondo andando a Castel San Pietro usciamo da una dimensione cittadina, diventiamo regionali. E ha un senso: Virtus ormai non ha tifosi solo a Bologna. Allarghiamo gli orizzonti, rispettando il nostro pubblico.
Lepore? Con lui il rapporto è ottimo, davvero. Come con tutti i sindaci prima di lui. Sapete chi fu il mio primo sindaco, qui a Bologna? Zangheri. Mi diede anche lo stemma della città. Comunque il problema non è certo Lepore, ci mancherebbe altro, e men che meno il problema sono i bolognesi. I bolognesi sono speciali...
Il punto è che cosa si può fare davvero e come lo si può fare, il punto sono le zone grigie che stanno tra la politica e l’impresa. La zona grigia pretende, ritarda, rallenta, decide o vorrebbe decidere. E tu intanto resti impigliato in mezzo, e rischi di non riuscire a combinare più niente.
Un’Arena dà la possibilità di aumentare gli incassi e poi di allargare le prospettive dell’offerta. Succede così in tutto il mondo, quando vado a Monaco o a Valencia e penso a come stiamo messi noi mi viene da vergognarmi. E poi ci sono le questioni sportive: l’Eurolega, per esempio. I ragazzi sono stati fantastici. Ma senza una struttura adeguata, con gli standard che pretende l’Europa, rischiamo di finire tagliati fuori. Intanto, però, festeggiamo il successo."

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