Il coach della Virtus Sasha Djordjevic è intervenuto nel corso della Trasmissione "Tutti convocati" su Radio 24.
Le sue parole.

Siamo toccati tutti, pensare allo sport in questo momento può aiutare ma solo per un attimo perché è una situazione particolare. Tutte le città si sono e si stanno preparando, come per esempio la Fiera di Milano, come il palazzetto di Belgrado che si sta preparando per il peggio. I palazzetti in questo momento sono posti idonei per accogliere persone bisognose.

Parliamo tutti con tante emozioni, siamo tutti feriti. Siamo sportivi e siamo competitivi e a tutti piacerebbe vincere lo scudetto, questo è il primo pensiero dello sportivo. Ci sono però altri aspetti, sforzi economici da parte dei proprietari delle società. Nessuno andrebbe a celebrare lo scudetto e a goderselo ma potrebbe essere un riconoscimento per lo sforzo fatto. Nella mia opinione personale io rispetto quelli che sono pagati per decidere. Noi abbiamo onorato ogni partita che abbiamo giocato e ogni competizione, anche la Coppa Intercontinentale che è stata programmata dopo la nostra, di programmazione.

Dei nostri ragazzi sono rimasti solo Hunter e Gaines a Bologna, anche se Vince sta per partire anche lui perché suo padre potrebbe aver contratto il virus. Gli altri stranieri sono tutti tornati a casa loro. Ogni giorno comunque sono in contatto con tutti parliamo in gruppo tenendoci il morale alto. Un professionista quando scende sul suo campo di battaglia deve avere la testa libera altrimenti rischia in tutti i sensi, anche di infortunarsi. Questo è un pericolo che noi vogliamo evitare. Per un lungo periodo questo mancherà.

Al di là di questa situazione, devo ringraziare comunque i miei ragazzi perché quest’anno hanno sempre dato tutto e dimostrato tanto. Io a volte lo dico pubblicamente ma questo per un allenatore è il massimo. Loro sono tutti ovviamente arrabbiati, perché stavamo esprimendo il nostro gioco nel migliore dei modi: abbiamo ricreato una grande coesione con il pubblico, che ci seguiva e ci dava una mano. Le cinque partite in Fiera, insomma un cammino che mi ero disegnato in testa: una crescita passo per passo in cui capire anche cosa manca per raggiungere certi obiettivi. Quando tiro a canestro in allenamento tiro per segnare 10/10, se non riesco non vado a casa. Peccato sia successo tutto questo ma bisogna capire come aiutare l’ambiente a ripartire alla grande, continuando con quello che di buono è stato fatto quest’anno in tutta Italia. I tifosi sono aumentati sugli spalti, la Nazionale ha fatto delle buone prestazioni e io dico sempre che la Nazionale deve essere la connection con le società, una Nazionale che ha trovato anche giovani interessanti, tra cui anche qualche nostro giocatore di cui sono molto contento.

La nostra vita è fatta di saluti, abbracci, stringerci la mano, non solo nello sport. Speriamo di tornare presto e se lo sport potrà ricominciare a dare questo messaggio noi ci siamo, siamo pronti. È stato un brutto colpo per l’umanità ma ripartiremo.

(foto Virtus Pallacanestro)

Il Canale Telegram di Bolognabasket: tutti i dettagli
La clamorosa vittoria dell'Italia contro gli USA a Colonia