Giacomo Galanda, ex sia Fortitudo che Pistoia, è stato sentito da Luca Aquino per la Gazzetta-. Un estratto dell'intervista.

"La partita sembra dal pronostico scontato, è vero, però il basket è bello perché quando ti aspetti una Milano schiacciasassi e una Virtus in rodaggio accade l'esatto contrario. Detto che all'inizio del campionato può succedere di tutto, la Fortitudo ha sempre avuto nel fattore campo un punto di forza. L'inizio di stagione è eccellente. Nonostante qualche stop in trasferta, ha fatto il suo percorso.
La Fortitudo? L'approccio avuto con la Serie A, andando subito a vincere a Pesaro contro una rivale storica con carattere e determinazione. È una squadra costruita bene e bilanciata, la carica e la voglia sono nel suo dna ma vanno incanalate nel modo giusto senza farsi travolgere. Mi è piaciuto come è stata cavalcata l'onda lunga della promozione, la crescita progressiva, aver mantenuto un bel nucleo dall'anno scorso. Poi ci sono 2 giocatori che mi piacciono come Leunen e Stipcevic. Esaltano i compagni e fanno crescere la squadra.
In trasferta cosa manca? L'atletismo, che comunque è bilanciato dall'ottima qualità tecnica della squadra, può essere un fattore come la lunghezza della panchina, perché col 5+5 hai meno cartucce da sparare. Per le ambizioni della Fortitudo, diventare vincenti in trasferta è qualcosa che costruisci col tempo. Non significa rinunciare, ma sfruttare le occasioni che si presentano. Il divario casa-trasferta è qualcosa che c'è sempre stato in Fortitudo, però in questo caso è giustificato dall'essere neopromossa in un campionato non semplice e con un roster non lunghissimo.
Il ritorno di Basket City? Improvvisamente la pallacanestro si è riaccesa in Italia perché Bologna è catalizzatrice di attenzione. L'ambiente è frizzante perché si apre la finestra per vedere cosa fa il vicino, la goliardia e gli sfottò divertono e animano. Io sono fortitudino ma spero che la Virtus vada bene perché c'è bisogno che queste società tornino a essere punti di riferimento. Per il movimento bisogna augurarsi che Teodosic sia un protagonista e non faccia la fine di Chalmers, c'è bisogno di riflettori e non possono provenire da un'unica squadra. Unirsi fuori dal campo e sfidarsi dentro è la chiave"


(foto Valentino Orsini)

1400 ISCRITTI PER IL CANALE TELEGRAM DI BOLOGNABASKET
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI