Jonte Flowers, che domani tornerà in campo dopo due mesi di stop, è stato intervistato dal Corriere di Bologna e dal Resto del Carlino.
Ecco una sintesi delle sue parole:

L’infortunio? Stavo facendo un normale movimento, giocavo su un altro infortunio allo stesso piede, avrei dovuto fermarmi ma non l’ho fatto. Adesso sto bene, ma è stata dura. Non pensavamo ci sarebbero voluto due mesi. Due anni fa, quando ero in Romania, mi sono fatto molto male a un ginocchio e sono stato fuori un bel po’ di mesi: ma anche lì mi hanno aspettato, sono tornato per i playoff e alla fine abbiamo vinto il titolo.

Aspettare un americano infortunato non è cosa che capiti tutti i giorni, anche se la Fortitudo non poteva tesserare nessun altro? Da professionista so come vanno le cose, se non servi ti possono cambiare dalla sera alla mattina. Ma qui il club ha fatto il massimo per aiutarmi, e la squadra ha fatto il massimo per tenere il passo. Adesso tocca a me aiutare loro per ripagarli.

Cosa penso del gruppo? Proveniamo da esperienze molto diverse, ma siamo molto uniti. Sappiamo di vestire la maglia di un grande club e che, al di là dei risultati, quello che conta è l’impegno e questo posso assicurare che non manca in nessuno di noi.

La partita contro Imola? All’andata fu la mia prima partita ufficiale in Italia. Perdemmo dopo un tempo supplementare, ma per quello che i nostri avversari fecero vedere in campo mi sembrava già una buona squadra: i risultati poi mi hanno dato ragione. Non sarà una gara facile per noi, ma davanti al nostro pubblico riusciamo a mettere in campo l’energia necessaria perchè il nostro gioco diventi efficace. Il sostegno dei nostri tifosi si sta rivelando fondamentale.

La differenza di rendimento tra casa e trasferta? Nemmeno io ho capito cosa non va fuori. Forse è l’abitudine ad avere un aiuto eccezionale in casa. Quando giocavo in Svezia non ci veniva a vedere nessuno, era durissima, poi andai in Finlandia e c’era un bel pubblico, e per me cambiava tutto. Giro l’Europa da otto anni in lungo e in largo, ho fatto le coppe, un impatto così non l’ho mai trovato. Forse al college, ma è un’altra cosa.

A Bologna sono sempre in giro a piedi? Non come quel matto di Daniel, che ha l’hoverboard, io mi vergognerei… Qui si sta alla grande, la pressione è niente rispetto all’onore di giocare per un club così. La gente vuole che andiamo in serie A, dobbiamo provarci. Con Amoroso in più e senza infortuni, nei playoff non si sa mai…

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PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE