Virtus, domani arriva il Panathinaikos
PREVIEW VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA-PANATHINAIKOS BC AKTOR ATENE
Uscita sconfitta ma tutto sommato viva da Madrid, la Virtus si ributta in Eurolega ospitando i campioni in carica del Panathinaikos. La squadra dell’istrionico coach Ataman (3 vittorie con 2 team diversi negli ultimi 4 anni) si è rafforzata dopo il trionfo di maggio scorso giocando di fatto un personalissimo derby con cugini-nemici dell’Olympiacos in una corsa che pare irrefrenabile a chi più spende e spenderà. Del roster vincete poche uscite pesanti, il nucleo (che era ristretto rispetto a certe corazzate avversarie) è rimasto a bordo, a cominciare dall’aggiunta di più peso in corso d’opera, Nunn, passando per Juancho Hernangomez che poco ha contribuito lo scorso anno mentre ora è in forte ascesa. Sotto canestro la forza di Lessort ora ha un supporto in Yurtseven, mentre a scartamento ridotto è il contributo di Mitoglou. Sempre presenti Grant, una delle più grandi sorprese a questi livelli, Kalaitsakis e Papapetrou, mentre l’aggiunta di Lorenzo Brown (domani assente) in play alza di molto il livello di un comparto già superbo. Già, perché proprio lì giostra il dio dell’Olimpo, quel Kostas Sloukas che tutto può, soprattutto quando le partite contano e nei finali vita o morte. E già nell’annata abbiamo visto quanto la superstella sappia decide se vivere o morire, passando dalla 0 a Parigi (partita nella quale il suo Pana non aveva bisogno di mandare messaggi) al top col Fene a Istanbul, giusto per ricordare chi sia il padrone del vapore. Per non farsi mancare nulla, anche a livello mediatico e rispondere ai pireoti e ai loro grandi annunci (Vezenkov e Fournier) all’ultimo Ataman ha convinto a rientrare dalla NBA anche Cedi Osman. Mancherà Grigonis, infortunato, basilare lo scorso anno in fiera col gioco da 2+1 che rimise i suoi in parità prima della stoccata vincente di Nunn. Confrontati roster e cifre, in teoria c’è poco da sognare per le V nere, di fatto inferiori in tutto, se non nelle medie del tiro da 3 e nelle palle perse, emergendo nei liberi. I Greens sono la squadra meno fallosa della competizione, e qui il carisma del coach qualcosa vuol dire, oltre ad essere quella che segna di più (87, Virtus a 80) nonostante giochi solo mezzo possesso in più a partita della Segafredo. Per la Virtus non basterà la partita perfetta, quella va data per scontata per evitare di soccombere, bisognerà che il Pana prenda sottogamba l’incontro come avvenuto a Parigi e per 30’ in casa col Maccabi martedì. Le sconfitte sono state a Madrid, ma soprattutto quella interna con l’Oly, la vera pecora nera di una stagione fin qui ottima.