PECILE: ALLA BIANCOBLU MI SONO DIVERTITO, MA ERA UN PROGETTO SBAGLIATO. NON ERA VERA FORTITUDO. DOMENICA VINCIAMO NOI
Andrea Pecile, ex di Trieste e Biancoblu e ora Direttore Tecnico del settore giovanile triestino, è stato intervistato da Enrico Schiavina sul Corriere di Bologna.
Ecco un estratto delle sue parole:
Le partite non mi mancano, mi tengo allenato lo stesso e ogni tanto vado a fare due tiri con gli amici. Vado in ufficio ma poi esco con Cavaliero, Fernandez, Cittadini... Ho azzerato lo stress e faccio un lavoro meraviglioso: insegnare sport ai ragazzi.
Pensavo di giocare ancora, ma c'era questa opportunità e l'ho presa al volo. Sono a casa mia, c'è un programma ambizioso e sono coinvolto in mille cose. E poi era il momento giusto per chiudere in bellezza.
Su Trieste, che vuole la serie A. La città non vede l'ora, c'è grande fermento, ma se ci ripenso solo tre anni fa, quando tornai io, all'inizio pensavamo alla salvezza. La squadra di quest'anno è senza dubbio fortissima, ma alla fine parla il campo. E ne sale sempre una sola.
Una corsa a due con la Fortitudo? Sono le più forti. Treviso sembra meno solida degli altri anni, a me piacciono Mantova e Ravenna, ma vengono dopo. Ma è il solito discorso, conta come arrivi ad aprile-maggio, non le 30 partite di stagione regolare. Noi l'anno scorso ne abbiamo giocate 18 di playoff, arrivando alla finale cotti.
Sull'invasione dell'anno scorso, in cui Pecile fu tra i giocatori spintonati. Quel che alla fine mi dispiace è che a pagare con la squalifica sia stata la società e la maggioranza del suo pubblico, che non c'entra, e non i quattro idioti che ci hanno colpito, che andrebbero sanzionati severamente. Ho sentito dire che ne hanno identificato uno, spero che non entri mai più in nessun palasport del mondo. Poi per me è finita lì, zero rancore, figuriamoci, a Bologna ho un sacco di amici.
Sull'esperienza con la Biancoblu. Alla bellezza del PalaDozza non ci si abitua mai, io ci ho fatto un paio di volte 30 punti e sono momenti che non si dimenticano. Lì mi sono divertito e ho conosciuto bellissime persone, come Matteo Montano, ma è finita male. Era un progetto sbagliato, quella società tra l'altro è l'unica della mia carriera che non mi ha pagato tutto il dovuto... Non era vera Fortitudo, quella purtroppo era finita col tiro di Malaventura.
Chi vince? Dico noi. Alla faccia della pressione.