Ha un bel da dire, giustamente, il coach, a proposito di una difesa che non sempre è di quelle migliori. Ma se poi le partite vengono liquidate con dei novantelli continui (ok, proprio novanta novanta no, ma sempre e comunque più di 85), diciamo che le caratteristiche di questa squadra sono forse un pochino diverse da quelle che ci si poteva aspettare ad agosto. Jesi viene matata in modo strano, dopo una serata di sberle da una parte e dall’altra, ma con l’inevitabile crollo altrui nel momento di ritrovarsi senza entrambi gli stranieri. E la Fortitudo, anch’essa con due latitanti per infortuni in conclusione di convalescenza ma di certo più pronta a coprirne le assenze, non si è fatta pregare. Se poi a vincerla sono la doppia cifra di Cinciarini (e ci sta) oltre alla doppia doppia di Benevelli (forse un pochino meno prevedibile) in una giornata di relativa normalità di Leunen, allora tutto va per il verso giusto.

C’è una colossale storia d’amore del pubblico verso il gruppo, che evidentemente è facilitata dall’arrivo delle vittorie, ma vai te a capire se si vince grazie all’affetto della gente, o se c’è affetto perché si vince. Però, in una settimana di tre partite, in apparenza complesse, siamo stati tutti in attesa dei primi momenti di difficoltà per capire come il team li avrebbe affrontati e accolti. Dubbio che non è stato ancora risolto, dato che di momenti di difficoltà non ce ne sono stati, o se ce ne sono stati si sono rivelati davvero troppo semplici da risolvere. La verità è che la squadra sembra già giocare a memoria a fine ottobre, e al meno venticinque ci si può solo chiedere quali problematiche dovranno essere prevenute per evitare guai: il non avere grandi margini di crescita per chi ha 35 anni e andrà gestito più che migliorato? Il pensare già di essere promossi, felici e contenti? Di certo, con il clima che si è venuto a creare attorno a questa Fortitudo, la cosa più difficile è tenere i piedi per terra. Che i tifosi volino pure con i propri sogni, quel che conta è che non lo facciano i giocatori.

In ginocchio da te - Stavolta Benevelli, altro ex micidiale così come lo era stato Pini a Verona. Il solito Lassie Hasbrouck. Il solito Cinciarini. La solita Fortitudo.

Non son degno di te - Magari qualche problema di Venuto a far da novello asino di Buridano: non sapendo se mettere in ritmo prima sé o la squadra, resta a metà del guado. Ma stiamo a guardare il capello.

(foto Candolfi - Jesi)

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91