FORTITUDO - ROSETO, IL PREPARTITA
Siamo poi figli di una città strana, dove basta un attimo per esaltarsi e un altro, contemporaneo, per umiliarsi. Andiamo a vedere il calcio, che pochi giorni fa già tremava all'idea del derby con il Mezzolara, e ora parla già di come mezza squadra possa meritare di entrare nel giro della Nazionale. In Fortitudo le conclusioni derivanti dal campo non portano di solito a cotali sbalzi d'umore, ma è normale che sia apparsa un po' di luce, dopo le tenebre triestine. Così ecco che di colpo Radic sia stato già archiviato come un Mike Brown o un Lawrence Funderburke qualsiasi, o che tutto quello che era bislacco dieci giorni fa ora sia invece gaudioso e gioioso. Sia chiaro, non contano tanto i feedback dei tifosi o le inevitabili interviste semiprestampate che dicono dobbiamo ancora lavorare ma siamo contenti in caso di vittorie e non siamo contenti ma dobbiamo ancora lavorare in caso di sconfitte. Quel che conta è la sitazione della squadra, e che il termometro nelle mani dello staff tecnico dica sempre quello che, appunto, lo staff tecnico vuole sentirsi dire.
Magari senza pensare già a possibili ribaltoni di mercato, dato che in questi giorni si è letto di giocatori a rischio o sotto esame, se non si è prima deciso cosa si voglia ottenere da questa stagione. Promozione? Stabilizzazione? Coltivazione gruppo? E' evidente che con questa truppa non si retrocede nemmeno ad impegnarsi (toccando ferro), e quindi l'obiettivo può essere, come dice l'allenatore, arrivare ad essere in primavera qualcosa di meglio rispetto a quello che si è ora. Fattibile, senza andare a cambiare attori? Possibile. Intanto, vediamo come procede l'inserimento di Daniel e la modifica di qualche piccolo tassello - vedi la riesumazione di Iannilli - attorno a lui. E lasciamo che i giudizi definitivi vengano presi più avanti.
Roseto, quindi. Realtà storica del panorama italiano, e che dopo i recenti fasti di inizio millennio (che fa tanta suggestione, ma è così) è dovuta crollare e rinascere più volte per rientrare nell’italbasket. Gli Sharks, questa la nuova dicitura, sono ripartiti qualche anno fa dalla C2 – con anche il contributo di Michele Martinelli, passato anche dalla Fortitudo con risultati, diciamo, rivedibili malgrado i Galactico appioppatigli con fin troppa enfasi – e, grazie anche a qualche ripescaggio, sono ora tornati nella seconda categoria assoluta. Due vittorie e tre perse, con il recente KO interno patito da Imola, la squadra allenata da Tony Trullo non ha comunque avuto un calendario facile, dato che ha già saggiato buona parte delle pretendenti alla promozione, uscendone (vedi Brescia e Verona) a volte con lo scalpo altrui. Molto gira attorno all’ala forte Kyle Weaver, 18+6, mentre alti e bassi sono arrivati dall’altro americano, l’esterno Byron Allen. E allora a volte ci si è affidati anche al ’93 Marini, ala di buone prospettive, oltre che a Jacopo Borra, che in Fortitudo mosse passi acerbi ma non disprezzabili nell’anno di Alex Finelli. Il passaportato è Sylvere Bryan, ormai rosetano acquisito.
Si gioca domenica al Paladozza alle 18, gaudete et exultate perché è la prima volta, perché già la successiva si tornerà ad orari bislacchi, e perché poi si riuscirà anche ad occupare - con decisione famiglicida - addirittura il Natale.