Un sunto dell’attuale situazione fortitudina, la vittoria con Bergamo che permette il 7-1 in classifica: l’imballo per via della preparazione atletica per forza di cose tardiva, squarci di ottime cose per via delle tante opzioni, le difficoltà a tenere botta sui 40’ per via, appunto, della mancanza di punti totali di riferimento. Ma alla fine arriva la vittoria, in una domenica di quasi ordinaria (ma non spettacolare) amministrazione prima, fuga poi, risofferenze dopo e finale nemmeno tanto sofferto in conclusione. Poi nemmeno Lamma è riuscito a mettere un freno a Trieste, ma vabbè.

Preceduta dall’amichevole tra le squadre Under 14 elite (vince Bologna 83-53), e con il minuto di raccoglimento – arbitri con il lutto al braccio – per la morte di Gianluca Mattioli, la partita parte nel segno di quel che sperava Bergamo, ovvero metterla di poca estetica e alchimie tattiche. Si segna poco, la Effe corre più di quanto non dovrebbe, rotea il decimo giocatore già dopo 8 minuti e se la sfanga non concedendo quasi nulla dietro. Non si segna praticamente mai, in parterre volano sia tiri sbilenchi che passaggi lisergici, Bryan si azzoppa da solo in entrata, e 10’ che arriva sul 9-7. Nove a sette, 6/36 collettivo al tiro.

Si continua a faticare anche dopo, se non altro nell’ambito dello spettacolo, però tra il non metterla mai e il non metterla quasi mai un po’ di differenza c’è, ed è quella che permette alla Fortitudo di provare un barlume di fuga. Sfruttando, anche, il fatto che di giocatori da cui tirar fuori gocce d’acqua ce ne sono sempre tanti, in un modo o nell’altro. Poco da raccontare, se non il 29-18 di fine tempo.

Più sciolta, la Fortitudo trova ben altra fluidità offensiva a inizio ripresa, sbattendo la palla nella retina e facendo 40-24. Bergamo a questo punto non più limitarsi a gestire il risultato, si mette a giocare alla garibaldina, e sfruttando una delle tante sonnolenze stagionali fortitudine di colpo il vento cambia: Solano e Bergstedt iniziano a finalizzare, il primo poi con un festeggiamento eccessivo carica fin troppo la platea (vola in campo una bottiglia d’acqua), e di colpo il mondo si risveglia sul 50-45 del 30’.

Esaurite le proprie ultime forze nel gridare dopo un canestro, Solano non ne ha più, e la Fortitudo fa meno fatica del previsto a mettere la giornata in gabbia. Legion ha uno sprazzo, Gandini chiude dietro, Fultz da 3 fa 65-51 a 3’ dalla fine, e il resto è semplice avviarsi verso gli spogliatoi.

(Foto Fabio Pozzati)

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