Trionfo dell’attacco prima (25 nel primo quarto), e della gestione o quasi, poi. Era lo stesso inizio del post partita di gara uno, ma alla fine il copione anche ieri è stato più o meno simile, con la difesa a crescere con il passare del tempo e a permettere alla Fortitudo, in una gara di giocatori leader dal troppo fiatone (Mancinelli e Cinciarini), di fare 2-0 senza, relativamente, sudare più di tanto. Con il copione che al Paladozza è ormai un classico, in qualsiasi categoria e qualsiasi situazione: studio iniziale, terzo quarto in cui le cose cambiano grazie anche all’inerzia di una fischiata negativa – tecnico a Pozzecco – che spaventa gli avversari, e strada spianata dal 25’, diciamo, al 40’. Si dirà come sempre che in trasferta servirà qualcosa di meglio, qualcosa di diverso, ma intanto siamo 2-0, senza avere mai davvero rischiato in questi primio 80.

Certo, la percezione che questa squadra continua a dare è di una approssimazione di fondo, di poche garanzie e poche certezze. Ma c’è anche una tal lunghezza di opzioni da rendere forse anche ovvio il non dover avere bisogno dei nomi sempre pronti e presenti. Così, come detto, in una sera di normalità da parte di Mancinelli e Cinciarini (35 di media accoppiata nei playoff, cifra dimezzata nel mercoldì), ecco arrivare Rosselli, ma soprattutto Amici, Italiano, Fultz, e Pini. Non tutti prevedibili a inizio gara. E se alla fine Dalmonte fa capire come gli è mancato il numero di alternative, si capisce che la differenza è proprio questa.

Verona, ora, sul 2-0, e sul 5-0 nei playoff. Ma giocando 4 volte in casa: la formula è tale per cui chi parte con il vantaggio del fattore campo, e non sbaglia, si trova al primo salire sul pullman (o aereo, vedi Agrigento) già con il match point. D’altronde, fare bene in regular season porta a questi vantaggi: per vincere le avversarie almeno una al Paladozza la devono portare via, e finora non è successo.


Just can’t get enough - Giocatori non sempre protagonisti che aspettano il proprio momento, a supportare i big in assenza di ispirazione. E’ quello che serve in serie dove si gioca tanto. 5058 spettatori, si può ancora migliorare.

It’s no good - Alla fine fai 2-0 senza mai davvero tremare, e allora di cose non buonissime ce ne possono anche essere, ma nulla di davvero preoccupante. Per ora.

(foto Fabio Pozzati - Fortitudo 103)

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91