Finisce 83-78, e ci sarebbe da suonare le campane. Perche' dire, mikebongiornescamente, "fiato alle trombe", potrebbe essere dannoso in un ambiente che con le trombette sta distruggendo le trombe d'Eustachio di chi va a vedere, al Paladozza, la squadra rivelazione della LegaDue. Ma suoniamole, queste campane. Ticchi e i suoi ragazzi ottengono la matematica qualificazione ai play off, evento storico per una squadra nata per salvarsi, e che ha cementato giorno dopo giorno una solidita' di collettivo che la porta a superare molti ostacoli. Oggi, l'ultimo prima della certezza della post season era una delle squadre piu' in forma delle 14, quella Garofoli Osimo il cui campionato e' simile a quello del Bignami 2002: inizio disastroso, grande rimonta. E, oltre a questo, i soliti problemi: giocatori forse un minimo rilassati dopo la salvezza, e il perdurare dell'assenza di Gerrod Abram. Partita sofferta, ma quando si ha un'arma impropria tutto e' possibile. E diciamolo sottovoce, perche' con i tempi che corrono, se in America lo vengono a sapere, forse Leandro Masieri rischia di essere assediato.

Con Abram in tuta, il Bignami comincia 7-0 prima e 16-5 poi, grazie al trio Levin/Faggiano/Pilutti che buca una difesa osimana non del tutto immune. La Garofoli cerca di giocare molte bocce nell'area colorata, ma il ferro sembra avere in antipatia tutto quello che viene appoggiato dai bianconeri. Quello che non fanno i blacks di Baldinelli lo fa Chiaramello: 4 di fila per rivitalizzare i suoi. Poi, sul 20-9, parte la contraerea: 4 triple di fila, di 4 uomini diversi, e il break viene cancellato. Ticchi va al riposo sul 22-23, e non avendo capelli si gratta il pizzetto osservando il virgolone di Williams e Rush.

Si ricomincia con l'esordio casalingo di Johnny Branch, finora (scarsamente) utilizzato solo in trasferta. Visto l'ingresso di Masieri, Osimo si rimette a uomo dopo un accenno di zona. Ma non c'e' nulla che possa fermare l'oriundo, oggi: infila il suo primo tentativo da 3 della partita, e l'evento - di solito la mano si scalda sempre dopo un due di picche - lo gasa. 11-0 di parziale, e lo firma tutto lui. Quando passa la sfuriata il tabellone dice 40-26. Ma si scalda anche Washington, che comincia a trivellare mentre Damon Williams mette il suo primo, fortunoso paniere, a 2'15" dall'intervallo. Che arriva sul 45-39.

Il terzo quarto si apre con i primi (e unici) due di un Donzell Rush che tiene fede al suo nome e forse sente la primavera. 47-39, ma qui si lancia la Garofoli. Perdurando il digiuno dei due colorati, e senza tiro da fuori, difficile riempire il granaio. Garris si esalta, e firma il 2-14 che porta i marchigiani al sorpasso sul 49-53. Il ragno sul canestro che stava gia' insegnando ai figli l'inglese viene tolto da un 2+1 di Levin. Successivo tap in di Pilutti, abortita la fuga nemica. 59-59 alla sirena.

Ultimo quarto battezzato da un Masieri a cui oggi si potevano anche chiedere i numeri del Lotto: 2 triple, e aggiungendo un cesto di Barlera si arriva al 67-59. La strada pero' e' ancora lunga, e anche se Masieri ne mette un'altra, e Osimo non sfrutta del tutto un antisportivo fischiato a Levin, il divario si accorcia. Tolto dal campo Levin, addirittura, nuovo sorpasso. Sul 74-75 c'e' prima un ciuf di Faggiano, poi 4 di fila del finalmente spolverato Williams. 80-75, e la gestione finale e' relativamente tranquilla, malgrado un infortunio a Ghiacci. Gnecchi e Chiaramello vengono bocciati nell'esame dalla lunga distanza, Levin fa 3/4 dalla lunetta, finisce qua.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI